Facebook vuole rubare, per così dire, i dati dai profili degli utenti? Risposta semplice: darglieli sbagliati. Confonderli, depistarli, rendere inutili gli algoritmi utili a fare di te un bersaglio commerciale, o un obiettivo della propaganda politica. Invece di lamentarsi, o cercare velleitariamente di arginare l’inarginabile, o ritirarsi nel deserto sarebbe meglio praticare un’astuta guerriglia di falsificazione dati. Un manuale combattivo per disorientare, zigzagare, far impazzire chi vuole sapere tutto di te, per venderti qualunque cosa di sé.
Se i media tradizionali sono ancora indispensabili
Lo scorso 20 marzo, tra le righe, Mark Zuckerberg lo ha ribadito ben due volte durante il mea culpa sul caso Cambridge Analytica: sono stati i giornali tradizionali ad avvertire Facebook – e poi l’opinione pubblica – delle violazioni sui dati personali di circa 50 milioni di utenti. Magari per “Zuck” serve anche a sfumare sue eventuali leggerezze, ma c’è una certezza: con i loro ultimi scoop, Guardian, Observer e il New York Times hanno fatto conoscere al mondo intero il caso Cambridge Analytica. In un’era in cui ogni giorno in Internet, al di là delle legittime critiche, vari culturisti da tastiera, affamati odiatori e “troll” attaccano ed esecrano pregiudizievolmente giornali e media tradizionali, il caso Cambridge conferma come, ancora una volta, senza il lavoro e la professionalità dei giornali, la nostra società sarebbe meno libera, trasparente e democratica.
Sole 24 Ore: una sola app per tutte le sue news
Ci sono due grandi sfide in atto nell’ecosistema digitale per i legacy media, come gli americani usano chiamare gli storici brand del mondo della carta impegnati nella transizione digitale: la sfida dell’autorevolezza e quella dell’attenzione. Il Sole 24 Ore le ha affrontate lanciando una nuova app per smartphone e tablet, su ios e android, che unisce carta e web.
Nuovi trend per rinnovare i quotidiani del futuro
Nuovi diktat per i media alla ricerca di nuovi trend per affrontare il futuro: differenziazione, verifica dei dati, linee editoriali trasparenti, il mercato editoriale lancia segnali di rinnovamento. “Il mercato editoriale è un mercato in sofferenza e in Italia c’è una classe giornalistica vecchia che deve rinnovarsi – afferma il giornalista e sociologo Triani, autore del libro Giornalismo aumentato – s’insegue un giornalismo che non esiste più. Tutti hanno accesso alle notizie in internet gratis, gli editori hanno pensato di poter sfruttare la situazione, salvo scoprire che i vari Google e Facebook hanno tolto agli editori la terra sotto ai piedi”.
Dati e utenti al centro del progetto di Bruxelles
La manipolazione dei dati di Facebook e la tassazione delle basi imponibili digitali confermano che oltre a molti vantaggi, esistono anche vari lati oscuri del web. Come scrisse all’inizio degli anni 60 un famoso cantautore, i tempi stanno forse cambiando nel giudizio sul web e qualcosa soffia nel vento. La diffusione delle piattaforme digitali ha enormemente aumentato l’accesso alle informazioni, accresciuto enormemente l’offerta di beni e servizi per i consumatori, ridotto i costi di transazione e aumentato l’efficienza e la produttività, modificato nel profondo intere industrie e settori-editoria, cinema, istruzione, sanità, logistica, distribuzione dei beni e servizi e altri ancora.
Amazon e Snapchat riducono le quote pubblicitarie di Google e Facebook
Google e Facebook, le più importanti aziende pubblicitarie online al mondo, potrebbero vedere ridotta la loro quota di pubblicità digitale statunitense dai due nuovi concorrenti Amazon e Snapchat. Secondo le stime di eMarketer, la share di Google dovrebbe scendere dal 38,6% del 2017 al 37,2% del 2018 e quella di Facebook dal 19,9% al 19,6%. Per Amazon la crescita di share, quest’anno dovrebbe arrivare al 2,7%, mentre quella di Snapchat dovrebbe crescere dallo 0,6% del 2017 all’1% di quest’anno; entrambe le aziende sono destinate a crescere entro il 2020.
Pubblicità, tax credit per la stampa
“E’ un provvedimento molto importante, soprattutto per le piccole e medie imprese, alla luce dei consistenti sgravi che prevede. Ora aspettiamo il decreto attuativo, ma non dovrebbero esserci sorprese, lo attendiamo entro qualche settimana”. Così Giampaolo Letta, vicepresidente Unindustria con delega al turismo e industria creativa ha introdotto il convegno “Comunicare oggi, conviene” svolto al Maxxi a Roma, per illustrare le novità dell’imminente entrata in vigore del Tax Credit Pubblicità. Fabrizio Carotti, Direttore Generale Fieg, ha illustrato le novità del provvedimento: ”E’ previsto un credito d’imposta al 75% per le imprese che investono in campagne pubblicitarie su quotidiani e periodici (anche online), Tv e radio locali il cui valore superi almeno dell’1% gli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente”.
Axel Springer: il 71% dei ricavi e l’87,1% della pubblicità arrivano dal digitale
Arrivare a generare nel 2017 il 71,5% del proprio fatturato col digitale (contro il dato 2016 fermo a quota 67,4%), l’ 87,1% dell’ intera raccolta pubblicitaria (era l’ 84,8%) e l’ 80% dell’ ebitda adjusted (72,5%): sono i tre indicatori che hanno permesso a Mathias Döpfner, storico a.d. del gruppo editoriale tedesco Axel Springer, di poter dire che «il 2017 è stato l’ anno migliore nella storia aziendale. Abbiamo raggiunto tutti i traguardi per l’ esercizio. Siamo ora una società digitale in crescita».
Arriva l’edicola digitale: il giornale si paga con lo smartphone
Sta per nascere l’edicola del futuro. E’ stata firmata negli scorsi giorni un’intesa tra Snag Milano e Tinaba, un’applicazione che permette di trasferire denaro ed effettuare pagamenti senza costi di commissione. L’accordo apre le porte ad una nuova modalità di acquisto del quotidiano: basterà un semplice click sullo smartphone per concludere le trattative tra clienti ed edicolanti. Entro fine marzo venti edicole di Milano saranno affiliate al progetto, presso il City Life Shopping District.
Fusione tra manroland web systems e Goss
La fusione , soggetta a tutte le approvazioni necessarie, verrà completata entro la metà del 2018. La divisione Contiweb di Goss International non è inclusa nella transazione. Gli attuali azionisti di manroland, Possehl Group (Lubecca) e di Goss, American Industrial Partners (AIP) continueranno a possedere congiuntamente la nuova azienda. Alexander Wassermann, Ceo di manroland, ha dichiarato “ Manroland è sulla strada del successo. Vogliamo continuare a sviluppare questo percorso creando sinergie, promuovendo l’ulteriore sviluppo delle nostre attività di Ricerca e Sviluppo e rafforzando il nostro focus sull’innovazione. I nostri clienti potranno scegliere da un portafoglio più ampio di prodotti e servizi”.
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