Se i media tradizionali sono ancora indispensabili
Lo scorso 20 marzo, tra le righe, Mark Zuckerberg lo ha ribadito ben due volte durante il mea culpa sul caso Cambridge Analytica: sono stati i giornali tradizionali ad avvertire Facebook – e poi l’opinione pubblica – delle violazioni sui dati personali di circa 50 milioni di utenti. Magari per “Zuck” serve anche a sfumare sue eventuali leggerezze, ma c’è una certezza: con i loro ultimi scoop, Guardian, Observer e il New York Times hanno fatto conoscere al mondo intero il caso Cambridge Analytica. In un’era in cui ogni giorno in Internet, al di là delle legittime critiche, vari culturisti da tastiera, affamati odiatori e “troll” attaccano ed esecrano pregiudizievolmente giornali e media tradizionali, il caso Cambridge conferma come, ancora una volta, senza il lavoro e la professionalità dei giornali, la nostra società sarebbe meno libera, trasparente e democratica.