Carlos Slim dimezza la sua quota nel New York Times

Il miliardario messicano Carlos Slim prevede di vendere oltre la metà della sua attuale quota  del 17 % nella New York Times Co. a investitori statunitensi di hedge fund. Aziende riconducibili al tycoon messicano hanno infatti venduto all’inizio di dicembre $ 250 milioni di titoli obbligazionari scambiabili obbligatori in un’offerta privata che offre agli acquirenti un credito su una quota del 9 percento nel New York Times. Le azioni del giornale sono aumentate di valore di oltre il 50% da quando Slim ha rafforzato la sua partecipazione nel 2015 e ne è diventato il maggiore azionista singolo.

L’accordo, che è stato comunicato il 6 dicembre ma è passato in gran parte inosservato, significa che quando i titoli matureranno tra tre anni e si convertiranno automaticamente in azioni di Classe A del New York Times, Slim e le sue società rimarranno con circa l’8 percento delle azioni della società editrice.

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Più del 97% dei francesi legge la stampa tutti i mesi

L’Alliance pour les chiffres de la presse et des médias (ACPM) ha  pubblicato i risultati  dell’ultimo trimestre del 2017 sul consumo dei prodotti editoriali su carta e in formato digitale. Dalla ricerca risulta che il 97,4% della popolazione francese di 15 anni e più legge la stampa ogni mese, qualunque sia il mezzo di lettura.
Le letture digitali rappresentano più della metà delle letture complessive (53%): il cellulare è il mezzo più utilizzato (25%) davanti al computer (19%) e al tablet (9%)
. Il 45% dei lettori legge esclusivamente su carta e il 14% esclusivamente su computer, il 15% legge solo su smartphone, il 4% solo su tablet e il 22% legge almeno su due diversi tipi di media.

La testata più letta rimane Le Figaro con 23,6 milioni di lettori, seguita da Le Monde (22,7 milioni),  20 Minutes (21,6 milioni)  Le Parisien Aujourd’hui en France (20,5 milioni) e Femme Actuelle (19,4 milioni).

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El Pais chiude lo stabilimento di Madrid

El Pais, il principale quotidiano spagnolo, ferma le sue rotative, che per quarant’anni, sin dalla fondazione del quotidiano nel 1976, ne avevano accompagnato la storia. Quella di domenica 17 dicembre è stata infatti l’ultima edizione del quotidiano stampata “in house”. A partire dal 18 gennaio la stampa è stata affidata a stampatori terzi.

Nell’annunciare la notizia, il direttore del quotidiano Antonio Caño ha così motivato la decisione: “Era evidente da tempo che la trasformazione digitale avrebbe richiesto un cambiamento del modello industriale della produzione dei quotidiani. Oggi, quando il maggior volume di lettori di giornali proviene dal dominio digitale e la caduta della diffusione delle edizioni cartacee è costante per tutte le testate e in tutti i paesi, non ha più senso l’esistenza di uno stabilimento di stampa esclusivo per ciascun giornale. È necessario cercare altre formule che si adattino meglio alla dimensione che le edizioni cartacee hanno oggi, anche per cercare di prolungare la vita della carta. Ed è necessario dedicare sforzi e risorse a dove realmente sono i lettori e il futuro, nelle nuove piattaforme tecnologiche”.

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Continua il calo della diffusione per i quotidiani britannici

Il Daily Telegraph è stato l’unico quotidiano britannico che nel mese di novembre 2017, in base alle rilevazioni ABC, ha aumentato la diffusione rispetto allo stesso mese del 2016, grazie alla diffusione in blocco di 46.000 copie gratuite. I quotidiani che invece hanno perso più copie sono il Daily Mirror e il Sunday Mirror, entrambi con cali intorno al 20%, mentre The Sun, il quotidiano più diffuso con circa 1,5 milioni di copie giornaliere, è arretrato del 10%.

Tra i siti internet, rimane saldamente al primo posto il Mail on Line con poco meno di 14 milioni di browser unici giornalieri, ma cala del 6% rispetto all’anno precedente. In forte crescita invece al secondo e terzo posto The Independent (5,7 milioni, +23%) e The Sun (5,4 milioni, +55%).

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AGCOM: in calo di un miliardo i ricavi del settore editoriale tra 2012 e 2016

(ANSA) – Nel quinquennio 2012-2016 i ricavi delle principali imprese televisive sono aumentati di circa 220 milioni di euro, in particolare grazie alla ripresa registrata a partire dal 2015. Questo andamento è dovuto principalmente all’incremento degli introiti del canone televisivo (+180 milioni di euro dal 2012 al 2016) e dei servizi televisivi a pagamento (+70 milioni di euro), mentre gli introiti pubblicitari, seppure in crescita nel 2015, su tutto l’arco temporale considerato si sono ridotti di 160 milioni di euro rispetto al 2012. È quanto si legge nel Focus sui bilanci aziendali nel settore dei media pubblicato oggi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, da cui emerge anche che l’editoria perde un miliardo di euro nel quinquennio, ma nel 2016 i ricavi tornano in terreno positivo. Relativamente al settore tv, gli indici reddituali mostrano, a partire dal 2013, un trend negativo: la redditività lorda (ebitda) passa dal 24,9% dei ricavi nel 2013 al 18,3% nel 2016, mentre quella netta (ebit) passa +1,6% nel 2013 a -3,5% nel 2016. Questa dinamica consente di affermare che, a livello di settore, le imprese mostrano una certa capacità a generare reddito con le attività core anche se sulla loro gestione gravano oneri diversi (tra cui le politiche di ammortamento e di accantonamenti vari) tali da deprimerne i risultati finali. Inoltre, sul valore degli indici a livello di intero settore, incide non poco la presenza tra i player di mercato dell’operatore designato ad offrire il servizio pubblico, il cui modello di business si differenzia da quello degli operatori che hanno natura commerciale. Relativamente stabile risulta essere il ricorso ai mezzi propri per finanziare l’attività mentre in media, per ciascun anno considerato, il patrimonio netto complessivo è stato circa il 32% delle passività. Infine, a livello di comparto, con circa 22.000 addetti nel 2016, l’occupazione rimane sostanzialmente stabile rispetto ai livelli osservati nel 2012. Per quanto riguarda invece il settore dell’editoria, nel periodo osservato (2012-2016), i ricavi complessivi si sono ridotti di quasi un miliardo di euro (-16,6%): in particolare, la parte di ricavi ottenuti in Italia, pari a circa 4 miliardi di euro nel 2016, si è ridotta del 18,3% (-900 milioni di euro). Tuttavia nel 2016, sia i ricavi complessivi sia quelli domestici sono in crescita, rispettivamente del 7,1% e del 6%. Tale andamento è in parte riconducibile all’aumento dei ricavi sui mercati esteri (+12,9%), e, riguardo al mercato interno, ad una crescita degli introiti pubblicitari (+5%) che compensano l’ulteriore calo dei ricavi provenienti dalla vendita di copie (-0,6%). Il margine operativo lordo (ebitda), mediamente pari al 6,3% dei ricavi durante il periodo 2012-2016, raggiunge il 9,2% nel 2016, mentre il margine operativo netto (ebit), con un valore medio di periodo uguale a -4,3%, nel 2016 è tornato su valori positivi (+1,5%). Se è vero che i margini lordi del comparto dell’editoria risultano più bassi rispetto a quelli mostrati dal comparto televisivo, è altrettanto evidente una minore incidenza, per il comparto dell’editoria, delle politiche di bilancio connesse agli ammortamenti ovvero ad altri accantonamenti. Per quanto riguarda i livelli occupazionali, gli effetti della crisi dell’editoria cartacea sono stati molto considerevoli: tra il 2012 ed il 2016 le imprese considerate hanno ridotto gli organici del 16,9% (-2.800 unità). (ANSA).

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Il Sole24 ore sceglie le lastre Kodak Sonora per essere green mantenendo la qualità di stampa

Il quotidiano leader nell’informazione economico-finanziaria ha deciso di utilizzare la tecnologia process free delle lastre Kodak Sonora per mantenere elevati standard qualitativi e nello stesso tempo ridurre i costi e gli impatti ambientali del processo di produzione lastre.

L’ingegner Alberto Borgarelli, direttore tecnico del quotidiano, ha sottolineato come l’attenzione alla qualità di stampa sia al centro della filosofia produttiva del quotidiano. Visto infatti il target medio particolarmente elevato del lettore del Sole 24 Ore, sia gli inserzionisti che i lettori sono particolarmente sensibili ed attenti alla qualità e alla resa di immagini e infografiche che caratterizzano in modo determinante il profilo editoriale del quotidiano.

Il livello qualitativo richiesto è per certi versi assimilabile all’universo magazine, sebbene il supporto cartaceo sia quello tipico dei giornali, con l’ulteriore complicazione della carta color salmone che è uno dei tradizionali tratti distintivi del quotidiano milanese. Questo è uno dei motivi per i quali la testata utilizza un retino ibrido a 58 linee, che permette di riprodurre anche su un supporto “povero” come la carta da giornale i dettagli più piccoli di pubblicità studiate per periodici stampati su carte patinate – moda, profumi, automotive – senza prestare il fianco a situazioni che potrebbero portare addirittura i clienti inserzionisti a contestare il lavoro.

Date queste premesse, oltre alla elevata qualità la ripetibilità e la stabilità del processo produttivo si sono rivelate nel tempo essere i fattori chiave per assicurare i risultati attesi. La soluzione Kodak Sonora News process free ha da subito incontrato l’attenzione dei responsabili della produzione del quotidiano economico italiano per eccellenza prospettando una serie non trascurabile di vantaggi.

 

L’evoluzione delle tecnologie

L’approdo alla soluzione Kodak Sonora News è il risultato di un’attenta analisi e comprensione dei processi industriali di produzione del giornale da parte dell’Ing. Alberto Borgarelli, che ha vissuto da protagonista tutte le trasformazioni produttive dell’ultimo quarto di secolo. Negli anni ‘90, all’epoca del computer to film, il processo produttivo era complesso e difficilmente controllabile; ottenere dei buoni risultati con il passaggio dal film alla lastra era molto complesso per via dell’elevata incidenza delle operazioni manuali. I costi erano pertanto molto elevati a fronte di una marcata instabilità nei risultati ottenuti.

Un primo passo nella direzione di una maggior standardizzazione di processo avvenne grazie all’adozione di sistemi CtP Crosfield Studio Writer 650, che utilizzavano lastre ad alogenuri d’argento e permisero di semplificare la produzione eliminando di fatto uno dei passaggi – il trasferimento film-lastra – dal processo produttivo.

Dopo la sostituzione della prima generazione di CtP con altri più moderni, lo stadio successivo fu l’adozione della tecnologia “low-chem”di Fuji, che prevedeva l’utilizzo di prodotti meno inquinanti rispetto a quelli richiesti dalla tecnologia ad alogenuri di argento. Questa soluzione si è poi rivelata essere uno step intermedio, in quanto richiedeva comunque un intervento a valle in termini di trattamento delle lastre.

Con l’adozione dei CtP Kodak Trendsetter News e delle lastre Sonora News è stato invece possibile eliminare completamente la fase di processo a valle dell’incisione della lastra, garantendo così maggiore semplicità del processo ed allo stesso tempo elevata stabilità dei risultati.

 

Una soluzione personalizzata

Su indicazione de Il Sole 24 Ore, Kodak ha operato delle piccole personalizzazioni sui due CtP installati per rispondere alle richieste del cliente in termini di sicurezza del lavoro. Queste innovazioni hanno fatto sì che oggi l’area di formatura sia così integrata nel reparto rotative da poterne essere considerata a ben vedere una costola. A suo tempo questa integrazione è stata determinata dalla volontà di creare un’area produttiva omogenea che consentisse di ridurre la forbice tra forza lavoro lorda e netta impiegata nel corso del processo produttivo, da una parte ottimizzando i costi complessivi di manodopera, dall’altro arricchendo i contenuti dell’attività professionale degli addetti che oggi possono, almeno in parte, considerarsi interscambiabili. Ma l’accorpamento di fasi del processo produttivo che una volta erano separate anche fisicamente ha migliorato il controllo complessivo e la rapidità di intervento in caso di criticità. Aver realizzato un ambiente di lavoro unico, pur con le necessarie precauzioni strutturali, consente infatti a tutti gli operatori di lavorare meglio avendo un’idea d’insieme del flusso lavorativo.

Inoltre l’eliminazione completa della fase di sviluppo delle lastre è stato uno step estremamente gradito da tutti, avendo di fatto consentito di eliminare una parte del processo produttivo instabile, costosa ed anche inquinante.

Particolare cura è stata posta anche nella fase di gestione e ordinamento delle lastre dopo l’esposizione. Le piegatrici 2B sono state equipaggiate di nuove telecamere per il riconoscimento dei marchi di registro sulle lastre Sonora News, che presentano un contrasto inferiore rispetto a quello di una lastra con sviluppo; allo scopo di agevolare il lavoro degli operatori ogni lastra è inoltre identificata con una marcatura mediante stampante inkjet, in modo tale che non ci siano dubbi relativamente al numero di pagina del giornale oggetto del lavoro del momento.

La manutenzione delle sviluppatrici era in passato affidata all’esterno. Questa esigenza, grazie alla tecnologia Kodak Sonora News, è stata oggi completamente superata, in quanto la lastra viene montata direttamente in macchina dopo l’esposizione ed è la bagnatura stessa che rimuove direttamente sul cilindro della rotativa la parte di emulsione non necessaria per la stampa. È stato fatto infine un accurato lavoro di ottimizzazione della sequenza di avvio della rotativa, che prevede il ricircolo continuo della soluzione di bagnatura, per evitare il deposito di quantità eccessive di emulsione nel circuito di bagnatura. Grande attenzione viene posta alla frequenza di pulizia dei filtri e di sostituzione dei liquidi di bagnatura.

Nel complesso, Il Sole 24 Ore ha ritenuto che la tecnologia process free di Kodak offra dei vantaggi tali da giustificare ampiamente queste attenzioni. Il processo nella sua totalità si è stabilizzato con una messa a punto che ha richiesto attenzione ma che ha ripagato lo sforzo fatto.

Con l’adozione della tecnologia process free di Kodak il reparto di prestampa de Il Sole 24 Ore si è pienamente integrato nella filosofia produttiva del giornale, orientata alla massima automazione ed al controllo rigoroso dei processi.

Google DNI: annunciato il finanziamento di 102 nuovi progetti

102 nuovi progetti in 26 paesi europei, per un totale di 20.428.091 euro di finanziamento: sono i numeri, comunicati il 13 dicembre scorso, del quarto round della Digital News Initiative (DNI), il programma di sostegno all’innovazione tecnologica a supporto del giornalismo di qualità lanciato da Google nell’ottobre 2015.

Il quarto round di finanziamenti ha visto competere ben 685 progetti di 29 paesi, tra i quali sono stati scelti i 102 progetti che riceveranno il finanziamento. Tra questi, 47 sono i prototipi, ovvero i progetti allo stato embrionale che richiedono sino a 50.000 euro di finanziamento, 33 sono i progetti di medie dimensioni (fino a 300.000 euro di finanzimento), 22 sono grandi progetti (fino a un milione). Per l’Italia sono stati finanziati sette progetti:

Con questo quarto round salgono a 94 milioni i fondi complessivamente erogati da Google nell’ambito del progetto DNI, sul totale di 150 milioni stanziato dalla società di Mountain View.

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Ancora in calo a ottobre la diffusione dei quotidiani

Nel mese di ottobre 2017, secondo i rilevamenti Ads, la diffusione complessiva dei quotidiani italiani si è attestata a 2.581.987 copie medie giornaliere, in calo del 2,8% rispetto al mese di settembre e del 6,8% rispetto all’ottobre 2016.

Nel dettaglio, la diffusione delle copie cartacee è stata di 2.240.063 copie giornaliere (-3,2% su settembre, -9,2% rispetto a ottobre 2016), mentre le copie digitali, pari a 341.924, sono salite dello 0,3% rispetto al mese di settembre e del 12,8% rispetto a ottobre 2016.

Il quotidiano più diffuso si conferma il Corriere della Sera con 298.722 copie giornaliere, in crescita dello 0,5% rispetto a settembre, seguito da Repubblica con 211.589 copie (-4,5%), mentre al terzo e quarto posto Il Sole 24 Ore (170.700 copie, +1,6%) e La Stampa (166.570 copie, -2,7%) scavalcano La Gazzetta dello Sport che perde il 10,2% della diffusione complessiva e si ferma a 162.792 copie.

Rispetto al mese di settembre 2016, da segnalare la crescita diffusionale di Avvenire (+9,1%), dell’Arena (+5%), dell’Eco di Bergamo (+2,2%). Per contro, cali significativi per Tuttosport (-10,7%), Nuovo Quotidiano di Puglia (-8,9%), La Nuova Sardegna (-7,6%), Libero (-6,5%).

Rispetto invece al al mese di ottobre del 2016, i cali maggiori hanno riguardato Libero (-21,9%), il Quotidiano del Sud (-17,2%), Tuttosport (-14,9%) La Repubblica (-14,6%). I giornali che hanno avuto una crescita maggiore sono invece Il Quotidiano di Sicilia (+236%), Dolomiten (+18,3%), Avvenire (+15,2%), Italia Oggi (+12,2%).

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Il 50% della popolazione mondiale su internet entro il 2019

Nel 2017, quasi il 47% della popolazione mondiale, per l’esattezza 3,46 miliardi di persone, ha avuto accesso a internet almeno una volta al mese. E’ quanto emerge dal “Worldwide Internet and Mobile Users: eMarketer’s Updated Estimates and Forecast for 2017-2021”, il rapporto di ricerca realizzato da eMarketer, la società internazionale di ricerche di mercato controllata dal gruppo Axel Springer. La percentuale della popolazione mondiale con accesso a Internet salirà costantemente nei prossimi anni, superando il 50% (3,84 miliardi) nel 2019 e raggiungendo il 53,7% (4,14 miliardi) nel 2021.

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Dalla ricerca si ricava inoltre che il numero di quanti accedono a internet con un telefono quest’anno raggiungerà i 2,73 miliardi; di questi, 2,39 miliardi, circa un terzo della popolazione del pianeta, utilizzano uno smartphone. L’adozione degli smartphone è proseguita anche nel 2017 con una crescita a due cifre: dopo aver sorpassato il numero dei telefoni cellulari tradizionali nel 2016, nel 2017 gli smartphone rappresentano il 54% di tutti i cellulari attivi al mondo.

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Accordo di partnership tra AFP e LaPresse

AFP ha firmato un accordo pluriennale con l’agenzia italiana LaPresse, in base al quale quest’ultima sarà in grado di distribuire su tutto il territorio parte del notiziario AFP tradotto in italiano (notizie economiche e finanziarie, notizie UE) e – per alcuni clienti – il servizio di notizie e archivi fotografici di AFP, i video editati in italiano con contenuti prioritari su Europa, Mediterraneo, Nord Africa e Medio Oriente. L’accordo, che sarà attivo dal 1 gennaio 2018,  includerà anche la redistribuzione da parte dell’agenzia di Marco Durante del servizio Live Video di AFP. Allo stesso tempo, LaPresse sarà in grado di supportare AFP nella copertura multimediale degli avvenimenti italiani.

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