Risultati migliori delle attese per Axel Springer

Il gruppo editoriale tedesco nel primo semestre 2017 ha fatto registrare ricavi in crescita del 6,9% a 1,695 miliardi di euro, con un margine operativo lordo di 317,2 milioni (+16,2%). La crescita, migliore delle attese degli analisti, è stata determinata principalmente dai prodotti e servizi digitali, che sono cresciuti del 10,7% nel semestre e rappresentano ormai il 70,6% del fatturato e il 77,1% del margine operativo lordo. L’utile netto è cresciuto del 15,9% a 169,5 milioni di euro. I dipendenti, infine, sono aumentati del 4,5% a 15.664.

Tutti e tre i segmenti operativi nei quali è suddivisa l’attività del gruppo hanno riportato risultati positivi. Il segmento Classified Ad Models, basato aulla pubblicità, è aumentato del 15,6% a 491 milioni di euro; il segmento Paid Models, basato sugli abbonamenti, è cresciuto del 2,3% a 725,4 milioni; il segmento Marketing Models, infine, è cresciuto dell’8,1% a 447,8 milioni di euro.

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accordo tra TIM e gruppo GEDI: nasce l’app MyNews

TIM ha lanciato, in collaborazione con il gruppo editoriale GEDI, una nuova App, denominata MyNews, che rende disponibili i migliori contenuti delle testate de La Repubblica, D, Limes, l’Espresso, National Geographic, My Movies, Deejay, TVzap, raccolte per la prima volta in un’unica vetrina per un’immediata lettura in streaming.

L’App è sudidvisa in due sezioni: la prima con le informazioni di primo piano, una selezione delle informazioni più rilevanti della giornata; la seconda sarà invece una “vetrina personalizzabile” che potrà essere costruita dall’utente in base ai propri interessi personali. Non mancheranno le informazioni locali, garantite dal network di quotidiani del gruppo GEDI.

L’App è per il momento disponibile solo in ambiente Android e può essere scaricata gratuitamente; gratuito sarà anche il servizio per gli utenti TIM sino al 30 settembre: da ottobre sarà disponibile una sezione premium alla quale ci si potrà abbonare al costo di 5,99 euro al mese.

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Le Télégramme investe sulla piattaforma Méthode per l’integrazione carta-digitale

Il quotidiano bretone serve un’ampia comunità di lettori con un quotidiano, un’edizione web e applicazioni per cellulari e tablet, oltre a due stazioni TV locali. È il sesto giornale regionale francese, con una diffusione giornaliera di 200.000 copie.

All’interno di una riorganizzazione strategica della redazione e di un processo di rinnovamento tecnologico, Le Télégramme ha scelto la piattaforma editoriale Méthode di EidosMedia come base per l’integrazione delle attività redazionali in un unico flusso digitale.

La nuova piattaforma permetterà alle edizioni cartacee ed ai prodotti digitali di Le Télégramme di essere generati da un unico flusso di lavoro digitale accessibile dalla newsroom centrale di Morlaix e dalle redazioni locali situate in tutta la regione, per un totale di circa 240 giornalisti che utilizzeranno la nuova piattaforma.

“Ci attendiamo un notevole miglioramento dell’efficienza e della produttività dal processo di integrazione”, ha dichiarato Edouard Coudurier, CEO di Le Télégramme. “Abbiamo scelto questa soluzione dopo un lungo periodo di test e valutazione di varie soluzioni. Méthode ci ha offerto la combinazione di potenza e flessibilità che stavamo cercando”.

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I ricavi digitali spingono in alto i conti del New York Times

Il trimestre chiuso al 30 giugno è stato uno dei migliori degli ultimi anni per il New York Times. Il fatturato è cresciuto del 9,2% rispetto al secondo trimestre del 2016, raggiungendo i 407,2 milioni di dollari. Il risultato operativo è stato di 27,7 milioni contro 9,1 milioni di un anno fa, e l’utile netto è stato di 16 milioni, contro una perdita di 500.000 dollari del secondo trimestre 2016.

I risultati positivi sono stati determinati primariamente dal buon andamento delle attività digitali: la pubblicità digitale è cresciuta del 23% a 55 milioni, raggiungendo il 42% del fatturato pubblicitario complessivo; gli abbonamenti “digital only” hanno contribuito con 83 milioni, un incremento del 46% rispetto ad un anno fa. Gli abbonati digitali sono cresciuti di 93.000 unità nel trimestre, ed hanno raggiunto i 2,3 milioni.

Per contro, la pubblicità sui prodotti stampati è calata dell’11% a 77 milioni, portando il fatturato pubblicitario complessivo a 132 milioni, praticamente identico ai 131 milioni del secondo trimestre 2016. Gli abbonamenti cartacei o cartaceo-digitali sono invece aumentati derl 3% a 167 milioni di dollari, portando il totale dei ricavi da abbonamento a 250 milioni, in crescita del 14%.

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Semestrale in pareggio per Caltagirone Editore

La riduzione del costo del lavoro e degli ammortamenti e l’andamento positivo della gestione finanziaria hanno consentito a Caltagirone Editore, il gruppo che controlla le testate Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Corriere Adriatico, Quotidiano di Lecce/Brindisi/Taranto e la concessionaria Piemme, di chiudere in sostanziale pareggio (6mila euro di utile) la semestrale al 30 giugno 2017, la prima firmata dal nuovo presidente Francesco Gianni.

Il fatturato è risultato in calo del 6,2% a 71,3 milioni di euro, per effetto di una riduzione delle vendite del 3,6% e della raccolta pubblicitaria del 7,8%. L’incidenza dell’area internet sul fatturato pubblicitario complessivo ha raggiunto il 14,1%, e la vendita di copie ed abbonamenti digitali ha fatto registrare un incremento del 17,8%, pur risultando ancora marginale sul totale dei ricavi.

Il margine operativo lordo, negativo per 1,5 milioni di euro, è in lieve miglioramento rispetto al 2016 (1,6 milioni), grazi soprattutto alla riduzione del costo del lavoro del 5,2% nonostante la presenza di costi non strutturali per 1,6 milioni legati ai piani di ristrutturazione in corso. La gestione finanziaria ha contribuito positivamente sul risultato netto per 4,1 milioni, grazie principalmente ai dividendi delle azioni quotate ricevuti nel corso del periodo.

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Fatturato e margini in calo per il gruppo Monrif

La semestrale al 30 giugno 2017 del gruppo Monrif Spa – che edita tra l’altro QN, Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno – evidenzia un fatturato di 78,6 milioni di euro, in calo del 6% rispetto al primo semestre 2016, con un margine operativo lordo di 5,8 milioni (erano 6,7 un anno fa) e un risultato negativo di 1,4 milioni, raddoppiato rispetto ai 700mila euro del primo semestre 2016.

Nel dettaglio, i ricavi da vendite (quotidiani, riviste, collaterali) sono stati pari a 39,4 milioni, con un calo del 6,9%, mentre i ricavi pubblicitari si sono attestati a 26,5 milioni, in calo del 4,7%. In crescita i servizi alberghieri, saliti del 5% a 9,4 milioni. I costi complessivi hanno raggiunto i 72,8 milioni di euro, in calo del 5,4% rispetto al primo semestre del 2016.

Nel comunicato a commento dei dati, il gruppo comunica che QN Quotidiano Nazionale, il fascicolo sinergico allegato alle storiche testate del gruppo, è ormai il primo quotidiano italiano per copie diffuse e il terzo per readership. Dal mese di aprile QN è allegato al quotidiano romano Il Tempo, e dal 9 luglio scorso il gruppo ha riavviato le pubblicazioni de Il Telegrafo, la storica testata livornese che aveva cessato le pubblicazioni nel 1977, quando era stata assorbita dal quotidiano Il Tirreno.

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Fatturato stabile, utile in calo per il gruppo GEDI al 30 giugno

Il gruppo Editoriale GEDI ha comunicato i dati del bilancio semestrale al 30 giugno 2017. Dal momento che l’acquisizione del gruppo Itedi, con le testate La Stampa e Il Secolo XIX e la concessionaria Publikompass sono stati perfezionati il 27 giugno, il conto economico della semestrale non tiene conto degli effetti dell’acquisizione. Poiché tuttavia per poter procedere all’integrazione è stato necessario deconsolidare dal gruppo cinque testate, il confronto con il 2016 è stato effettuato a parità di perimetro.

Il fatturato del semestre si è attestato a 287,3 milioni di euro (+1,6%), con ricavi da vendite in calo a 102,8 milioni (-8,3%) e ricavi pubblicitari in crescita dell’8,2% a 184,6 milioni. Stabile il margine operativo lordo (22,7 milioni contro 22,8) e il risultato operativo (15,9 contro 15,7). Il risultato netto è stato pari a 7,4 milioni, in calo del 28,2% rispetto ai 10,3 milioni del 2016.

Per quanto riguarda le prospettive per l’esercizio 2017, il comunicato del gruppo sottolinea che “sulla base degli andamenti registrati nel primo semestre, non si intravedono miglioramenti dei trend negativi che hanno interessato il settore ormai da anni”. Al netto di eventi imprevedibili, il gruppo prevede comunque di chiudere l’esercizio 2017 con un risultato positivo.

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Anche il sindacato tra i nuovi editori del Chicago Sun-Times

La Chicago Federation of Labor, la confederazione sindacale che riunisce circa 320 organizzazioni sindacali della città di Chicago, per un totale di circa mezzo milioni di iscritti, è entrata a far parte di una società di investimento guidata da Edwin Eisendrath, ex politico ed uomo d’affari nativo di Chicago, che ha rilevato la proprietà del Chicago Sun-Times, il secondo quotidiano della città, superando la concorrenza di Tronc, il gruppo editoriale che pubblica il primo quotidiano cittadino, il Chicago Tribune, oltre ad altri quotidiani tra cui il Los Angeles Times e il Baltimore Sun.

Il prezzo dell’acquisizione non è stato rivelato, ma secondo voci attendibili sarebbe stata versata una cifra simbolica di un dollaro. L’acquisizione da parte del nuovo editore mette fine ad un periodo molto tumultuoso nella vita della testata. Nel 2011 Michael W. Ferro Jr., imprenditore molto noto a Chicago, costituì una società, Wrapport, che rilevò la proprietà del quotidiano. L’anno scorso, tuttavia, Ferro ha acquisito quote per 44 milioni di dollari in Tronc, diventandone il Chairman, ed ha donato ad un trust non profit la propria quota di Wrapport per evitare conflitti di interessi. Nello scorso mese di maggio, infine, Tronc ha comunicato di aver raggiunto un accordo on vincolante per rilevare la proprietà di Wrapport, causando la reazione della divisione Antitrust del Dipartimento di Giustizia, che ha aperto una indagine ed ha invitato altri potenziali investitori a sottomettere offerte per l’acquisizione del giornale. Alla fine, l’acquisto da parte della nuova cordata, che dovrebbe mantenere il tradizionale orientamento popolare e “working-class” del Sun-Times.

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