Con «Avvenire» sui sentieri dell’umanità

«Bemvegnui!» È arrivato nella lingua ladina della minoranza etnica della val di Fassa il benvenuto ai cento partecipanti alla camminata nel boschi che ha caratterizzato ieri la seconda festa estiva di Avvenire e del settimanale diocesano Vita Trentina.Sotto le croce del Catinaccio, al cospetto delle ascensioni più classiche dell’alpinismo dolomitico, il cammino nella contemplazione e nell’amicizia ha unito collaboratori, promotori e lettori delle due testate cattoliche. «Il Dio cristiano è il Dio del sentiero stretto e non dell’autostrada – ha commentato l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi –. Nell’incarnazione si presenta come un Dio di periferia, che lascia camminare noi, non cammina al nostro posto. Cammina perché noi sappiamo camminare e sappiamo fare anche opere grandi». Un Dio che si presenta «in punta di piedi, che come le buone madri insegna a camminare e non cammina al posto nostro», ha concluso da lettore fedele «in tempi non sospetti» rallegrandosi per il ruolo sempre più autorevole di Avvenire nell’informazione nazionale.

«Si prova un senso di sollievo – ha sottolineato il direttore Marco Tarquinio, per un giorno con gli scarponi ai piedi – a trovarsi in mezzo ai nostri collaboratori, incontrando il popolo dei nostri lettori. Queste feste estive che si sono moltiplicate – saranno ben nove quest’anno – nascono sempre dal basso, dal desiderio e dalla vivacità delle comunità locali, che noi siamo felici di incontrare e che ringraziamo».

La meta dell’escursione è stato il santuario di Santa Giuliana che quest’anno ricorda i 500 anni della realizzazione dello splendido altare ligneo, presentato dallo studioso locale Cesare Bernard. Nell’Eucaristia, concelebrata dal parroco don Andrea Malfatti, monsignor Tisi ha parlato della realtà della famiglia, invitando ad approfondire nel periodo estivo la lettura di “Amoris Laetitia”.

La sera prima l’esortazione apostolica era stata raccontata dalla testimonianza dei coniugi trentini Lucia e Marco Matassoni, uditori al Sinodo, dal caporedattore di Avvenire, Luciano Moia, che la considera «una grande rivoluzione nella Chiesa italiana», anche per le numerose realtà diocesane che – come ha testimoniato anche don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Cei per la famiglia – hanno dato vita a sorprendenti percorsi di approfondimento e di inclusione.La festa si è conclusa con le parole toccanti di Lucia Borzaga, sorella del missionario martire padre Mario Borzaga, beatificato nello scorso dicembre: «Vedo quanto la sua figura oggi continua a produrre frutti di fede e di testimonianza evangelica anche nel Laos, la terra dove è stato sepolto come un chicco di grano».

Con «Avvenire» sui sentieri dell’umanità

«Bemvegnui!» È arrivato nella lingua ladina della minoranza etnica della val di Fassa il benvenuto ai cento partecipanti alla camminata nel boschi che ha caratterizzato ieri la seconda festa estiva di Avvenire e del settimanale diocesano Vita Trentina.Sotto le croce del Catinaccio, al cospetto delle ascensioni più classiche dell’alpinismo dolomitico, il cammino nella contemplazione e nell’amicizia ha unito collaboratori, promotori e lettori delle due testate cattoliche. «Il Dio cristiano è il Dio del sentiero stretto e non dell’autostrada – ha commentato l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi –. Nell’incarnazione si presenta come un Dio di periferia, che lascia camminare noi, non cammina al nostro posto. Cammina perché noi sappiamo camminare e sappiamo fare anche opere grandi». Un Dio che si presenta «in punta di piedi, che come le buone madri insegna a camminare e non cammina al posto nostro», ha concluso da lettore fedele «in tempi non sospetti» rallegrandosi per il ruolo sempre più autorevole di Avvenire nell’informazione nazionale.

«Si prova un senso di sollievo – ha sottolineato il direttore Marco Tarquinio, per un giorno con gli scarponi ai piedi – a trovarsi in mezzo ai nostri collaboratori, incontrando il popolo dei nostri lettori. Queste feste estive che si sono moltiplicate – saranno ben nove quest’anno – nascono sempre dal basso, dal desiderio e dalla vivacità delle comunità locali, che noi siamo felici di incontrare e che ringraziamo».

La meta dell’escursione è stato il santuario di Santa Giuliana che quest’anno ricorda i 500 anni della realizzazione dello splendido altare ligneo, presentato dallo studioso locale Cesare Bernard. Nell’Eucaristia, concelebrata dal parroco don Andrea Malfatti, monsignor Tisi ha parlato della realtà della famiglia, invitando ad approfondire nel periodo estivo la lettura di “Amoris Laetitia”.

La sera prima l’esortazione apostolica era stata raccontata dalla testimonianza dei coniugi trentini Lucia e Marco Matassoni, uditori al Sinodo, dal caporedattore di Avvenire, Luciano Moia, che la considera «una grande rivoluzione nella Chiesa italiana», anche per le numerose realtà diocesane che – come ha testimoniato anche don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Cei per la famiglia – hanno dato vita a sorprendenti percorsi di approfondimento e di inclusione.La festa si è conclusa con le parole toccanti di Lucia Borzaga, sorella del missionario martire padre Mario Borzaga, beatificato nello scorso dicembre: «Vedo quanto la sua figura oggi continua a produrre frutti di fede e di testimonianza evangelica anche nel Laos, la terra dove è stato sepolto come un chicco di grano».

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Con «Avvenire» sui sentieri dell’umanità

«Bemvegnui!» È arrivato nella lingua ladina della minoranza etnica della val di Fassa il benvenuto ai cento partecipanti alla camminata nel boschi che ha caratterizzato ieri la seconda festa estiva di Avvenire e del settimanale diocesano Vita Trentina.Sotto le croce del Catinaccio, al cospetto delle ascensioni più classiche dell’alpinismo dolomitico, il cammino nella contemplazione e nell’amicizia ha unito collaboratori, promotori e lettori delle due testate cattoliche. «Il Dio cristiano è il Dio del sentiero stretto e non dell’autostrada – ha commentato l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi –. Nell’incarnazione si presenta come un Dio di periferia, che lascia camminare noi, non cammina al nostro posto. Cammina perché noi sappiamo camminare e sappiamo fare anche opere grandi». Un Dio che si presenta «in punta di piedi, che come le buone madri insegna a camminare e non cammina al posto nostro», ha concluso da lettore fedele «in tempi non sospetti» rallegrandosi per il ruolo sempre più autorevole di Avvenire nell’informazione nazionale.

«Si prova un senso di sollievo – ha sottolineato il direttore Marco Tarquinio, per un giorno con gli scarponi ai piedi – a trovarsi in mezzo ai nostri collaboratori, incontrando il popolo dei nostri lettori. Queste feste estive che si sono moltiplicate – saranno ben nove quest’anno – nascono sempre dal basso, dal desiderio e dalla vivacità delle comunità locali, che noi siamo felici di incontrare e che ringraziamo».

La meta dell’escursione è stato il santuario di Santa Giuliana che quest’anno ricorda i 500 anni della realizzazione dello splendido altare ligneo, presentato dallo studioso locale Cesare Bernard. Nell’Eucaristia, concelebrata dal parroco don Andrea Malfatti, monsignor Tisi ha parlato della realtà della famiglia, invitando ad approfondire nel periodo estivo la lettura di “Amoris Laetitia”.

La sera prima l’esortazione apostolica era stata raccontata dalla testimonianza dei coniugi trentini Lucia e Marco Matassoni, uditori al Sinodo, dal caporedattore di Avvenire, Luciano Moia, che la considera «una grande rivoluzione nella Chiesa italiana», anche per le numerose realtà diocesane che – come ha testimoniato anche don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Cei per la famiglia – hanno dato vita a sorprendenti percorsi di approfondimento e di inclusione.La festa si è conclusa con le parole toccanti di Lucia Borzaga, sorella del missionario martire padre Mario Borzaga, beatificato nello scorso dicembre: «Vedo quanto la sua figura oggi continua a produrre frutti di fede e di testimonianza evangelica anche nel Laos, la terra dove è stato sepolto come un chicco di grano».

Don Ricciardi, «sentinella della luce»

L’inaugurazione ufficiale dell’edizione numero 42 della Festa di Avvenire a Lerici è fissata per sabato alle 18.30, nella chiesa di San Francesco con la Messa celebrata dal vescovo Palletti e a cui sarà presente il direttore di Avvenire Tarquinio. Nella settimana seguente, sino alla serata finale del 6 agosto, sarà un crescendo di iniziative, molte delle quali all’aperto, di fronte allo straordinario scenario del Golfo dei Poeti. Il premio «Angelo Narducci 2017» sarà consegnato la sera di mercoledì 2 agosto dal vescovo Palletti, da Tarquinio e dal direttore generale di Avvenire Paolo Nusiner alla scrittrice e giornalista Susanna Tamaro. Tra gli ospiti della Festa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo.

La «festa di Avvenire» di Lerici, giunta alla sua 42ª edizione, inizia stasera, giovedì 27 luglio, con una anteprima rispetto all’inaugurazione ufficiale, prevista per sabato pomeriggio alla presenza del vescovo della Spezia-Sarzana-Brugnato, Luigi Ernesto Palletti e del direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Questa iniziativa intende essere un doveroso ricordo di monsignor Franco Ricciardi, parroco di Lerici dal 1972 al 1993, che la festa estiva del quotidiano cattolico la ideò ed organizzò a metà degli anni Settanta, in sintonia con l’allora direttore del giornale Angelo Narducci.

Viene infatti presentato, nella cornice della chiesa parrocchiale di San Francesco, Santuario della Madonna di Maralunga, il libro «Sentinella, quanto resta della notte?», dedicato alla figura di don Franco, spentosi due anni or sono poco meno che novantenne. Il libro ha come sottotitolo «Mons. Franco Ricciardi: una finestra spalancata sul mistero di Dio», espressione che rende molto bene la spiritualità di un sacerdote che ha sempre unito la dimensione pastorale e liturgica, a quella spirituale, ricoprendo anche gli incarichi di direttore spirituale del Seminario diocesano (e per qualche anno di pro-rettore) e di vice postulatore nella causa di beatificazione della spezzina Itala Mela.

L’iniziativa viene da una congregazione religiosa, la Piccola Opera Regina Apostolorum, le cui suore hanno la missione particolare di assistere i sacerdoti. La Piccola Opera ha la sua sede centrale a Genova, ma è sempre stata molto legata alla Spezia, dove guida da decenni la Casa del clero. Don Franco è sempre stato molto vicino a questa congregazione, ed è significativo che oggi la madre generale, suor Paola Barenco, che presenterà il volume, sia proprio una lericina. Il titolo del libro è tratto da un versetto biblico del profeta Isaia, più volte ripreso da personalità della cultura contemporanea: da don Giuseppe Dossetti al cardinale Carlo Maria Martini, sino al cantautore Francesco Guccini.

È il tema legato all’inquietudine dell’uomo di oggi, alla sua talvolta disperata ricerca di un senso della vita e, quindi, di un approdo alla luce della fede. Proprio per questo, nella prefazione, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), presenta monsignor Ricciardi come «sentinella della luce». Il libro, dopo la prefazione del cardinale e l’introduzione di suor Barenco, comprende due parti: la prima descrive la spiritualità di don Franco, attraverso le sue parole, mentre la seconda, non meno edificante, riporta numerose testimonianze di persone che lo hanno conosciuto. L’appuntamento a Lerici è questa sera alle 21.15. Ci saranno alcuni intermezzi di musica per organo a cura del maestro Alessandro Carta.

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Don Ricciardi, «sentinella della luce»

L’inaugurazione ufficiale dell’edizione numero 42 della Festa di Avvenire a Lerici è fissata per sabato alle 18.30, nella chiesa di San Francesco con la Messa celebrata dal vescovo Palletti e a cui sarà presente il direttore di Avvenire Tarquinio. Nella settimana seguente, sino alla serata finale del 6 agosto, sarà un crescendo di iniziative, molte delle quali all’aperto, di fronte allo straordinario scenario del Golfo dei Poeti. Il premio «Angelo Narducci 2017» sarà consegnato la sera di mercoledì 2 agosto dal vescovo Palletti, da Tarquinio e dal direttore generale di Avvenire Paolo Nusiner alla scrittrice e giornalista Susanna Tamaro. Tra gli ospiti della Festa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo.

La «festa di Avvenire» di Lerici, giunta alla sua 42ª edizione, inizia stasera, giovedì 27 luglio, con una anteprima rispetto all’inaugurazione ufficiale, prevista per sabato pomeriggio alla presenza del vescovo della Spezia-Sarzana-Brugnato, Luigi Ernesto Palletti e del direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Questa iniziativa intende essere un doveroso ricordo di monsignor Franco Ricciardi, parroco di Lerici dal 1972 al 1993, che la festa estiva del quotidiano cattolico la ideò ed organizzò a metà degli anni Settanta, in sintonia con l’allora direttore del giornale Angelo Narducci.

Viene infatti presentato, nella cornice della chiesa parrocchiale di San Francesco, Santuario della Madonna di Maralunga, il libro «Sentinella, quanto resta della notte?», dedicato alla figura di don Franco, spentosi due anni or sono poco meno che novantenne. Il libro ha come sottotitolo «Mons. Franco Ricciardi: una finestra spalancata sul mistero di Dio», espressione che rende molto bene la spiritualità di un sacerdote che ha sempre unito la dimensione pastorale e liturgica, a quella spirituale, ricoprendo anche gli incarichi di direttore spirituale del Seminario diocesano (e per qualche anno di pro-rettore) e di vice postulatore nella causa di beatificazione della spezzina Itala Mela.

L’iniziativa viene da una congregazione religiosa, la Piccola Opera Regina Apostolorum, le cui suore hanno la missione particolare di assistere i sacerdoti. La Piccola Opera ha la sua sede centrale a Genova, ma è sempre stata molto legata alla Spezia, dove guida da decenni la Casa del clero. Don Franco è sempre stato molto vicino a questa congregazione, ed è significativo che oggi la madre generale, suor Paola Barenco, che presenterà il volume, sia proprio una lericina. Il titolo del libro è tratto da un versetto biblico del profeta Isaia, più volte ripreso da personalità della cultura contemporanea: da don Giuseppe Dossetti al cardinale Carlo Maria Martini, sino al cantautore Francesco Guccini.

È il tema legato all’inquietudine dell’uomo di oggi, alla sua talvolta disperata ricerca di un senso della vita e, quindi, di un approdo alla luce della fede. Proprio per questo, nella prefazione, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), presenta monsignor Ricciardi come «sentinella della luce». Il libro, dopo la prefazione del cardinale e l’introduzione di suor Barenco, comprende due parti: la prima descrive la spiritualità di don Franco, attraverso le sue parole, mentre la seconda, non meno edificante, riporta numerose testimonianze di persone che lo hanno conosciuto. L’appuntamento a Lerici è questa sera alle 21.15. Ci saranno alcuni intermezzi di musica per organo a cura del maestro Alessandro Carta.

Discernimento e coscienza: le riscoperte di Amoris laetitia

Prende il via questa sera in val di Fassa la seconda festa estiva di Avvenire e del settimanale Vita Trentina con un dibattito dal titolo «I frutti di Amoris laetitia» a più di un anno dalla pubblicazione. Alle 21 presso l’oratorio di Pozza di Fassa, nell’ambito della rassegna «Ispirazioni d’estate» promossa dal decanato, il saluto del direttore di Avvenire Marco Tarquinio introdurrà la serata alla quale intervengono i coniugi trentini Lucia e Marco Matassoni, uditori laici al Sinodo dei vescovi, il direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la Famiglia don Paolo Gentili e Luciano Moia, coordinatore del mensile Noi Famiglia & Vita. Nell’incontro, moderato dal direttore di Vita Trentina Diego Andreatta, sarà valutato l’impatto del testo postsinodale e saranno discussi i possibili sviluppi delle “strade di felicità” indicate dal Papa. Domani alle 9 partirà da Pera di Fassa una camminata con l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi che alle 12 presiederà l’Eucaristia al Santuario di Santa Giuliana, in occasione dei 500 anni di realizzazione del prezioso altare ligneo. Dopo il pranzo campestre, alle 17 la festa si concluderà a Pozza di Fassa con la testimonianza di Lucia Borzaga, sorella di padre Mario, il missionario trentino recentemente beatificato dopo il suo martirio in Laos nel 1960.

La rivoluzione del discernimento. «L’occhio che illumina» il nostro cammino di fede. La bussola che aiuta a non perdere la rotta. Al di là delle metafore, uno dei frutti più straordinari di Amoris laetitia è sicuramente la riscoperta di quell’atteggiamento spirituale che ci aiuta a comprendere la volontà di Dio nella nostra vita, qui e ora.

Ecco perché Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del C9 (il Consiglio dei cardinali), mette al centro del suo saggio su Amoris laetitia proprio la capacità di discernere. L’occhio e la lampada. Il discernimento in Amoris laetitia, Edb, pagg156, euro 14) è un volume prezioso per il coraggio del vescovo-teologo di dire una parola chiara sulla questione forse più controversa dell’Esortazione postsinodale. Perché tutto l’impegno del Papa, sulla traccia del Vaticano II, per ridare dignità pastorale e teologica alla capacità personale di esercitare eticamente la propria libertà di scelta e per identificare i mezzi per raggiungere questi obiettivi nella propria vita, non piace per nulla a coloro che si illudono che «tutto sia bianco o nero» e così chiudono «la via della grazia e della crescita» (Al 305), scoraggiando «percorsi di santificazione che danno gloria a Dio».

Ancora più efficace l’immagine usata dal Papa il 9 febbraio di quest’anno, incontrando La Civiltà Cattolica, che Semeraro riporta nel suo saggio: «La vita non è un quadro in bianco e nero: è un quadro a colori. Alcuni chiari e altri scuri, alcuni tenui altri vivaci. Ma comunque prevalgono le sfumature. Ed è questo lo spazio del discernimento». Per inquadrare questa complessa tavolozza esistenziale, in cui la vita di relazione si intreccia e si confronta con le condizioni storiche, sociali, culturali, economiche del tempo vissuto, Semeraro offre innanzi tutto uno sguardo complessivo sull’Esortazione postinodale. Ripercorre il cammino sinodale, ne sottolinea i caratteri ecclesiologici, approfondisce il senso della scelta di Francesco di aprire per la seconda volta un documento magisteriale nel segno della gioia – dopo Evangelii gaudium, Amoris laetitia – collegandolo ai precedenti del Concilio e di Paolo VI e motivandolo con una precisa scelta teologica. Rispondendo poi a coloro che si affannano ancora a considerare il documento del Papa «una minestra riscaldata », Semeraro dedica uno dei capitoli più interessanti al ‘nuovo’ in Amoris laetita. E indica soprattutto due aspetti: quello linguistico, fondamentale perché, per dirla con il teologo Andrea Grillo «per comunicare la tradizione bisogna tradurla » con un nuovo alfabeto dell’amore adeguato alla sensibilità e alle urgenze dell’oggi. E, forse ancora più dirompente, «la restituzione del primato della persona nella teologia morale», che si colloca nel contesto di un discernimento pastorale carico di amore misericordioso. In questa prospettiva, l’occhio del discernimento, «parola fondamentale e centrale in Amoris laetitia » – ribadisce il segretario del C9 – è indispensabile per gettare uno sguardo di verità sul controverso capitolo VIII dedicato alle situazioni di fragilità. Tre gli aspetti che rendono necessario il discernimento.

Innanzi tutto per «ovviare all’indeterminazione della norma generale rispetto al caso particolare. La legge infatti (come insegna anche san Tommaso) vale nella maggior parte dei casi, ma non in tutti i casi possibili». Sarebbe cosa meschina quindi (scrive Francesco) soffermarsi solo a considerare se l’agire di una persona corrisponda o meno a una legge o una norma generale. Questo perché non basta a discernere una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano. «In questo principio – sottolinea Semeraro – c’è il cardine teorico del discernimento pratico». Il secondo punto riguarda la necessità «di non elevare a livello di norma generale quanto davanti a una situazione particolare fa parte di un discernimento pratico». Terzo punto è l’opportunità di intendere il discernimento non come un giudizio, ma come un accompagnamento dinamico «sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettono di realizzare l’ideale in modo più pieno». (Al 303) In questa chiave si inserisce il criterio della gradualità che riflette, con grande saggezza, il cammino lento e complesso, sempre esposto al rischio di cadute e di arretramenti, tipico di ogni relazione di coppia e di ogni famiglia. Strettamente correlata alla ‘rivoluzione del discernimento’, quella della coscienza che secondo papa Francesco «dev’essere meglio coinvolta nella prassi della Chiesa, in alcune situazioni che non realizzano oggettivamente la nostra concezione del matrimonio». È la coscienza che permette l’interiorizzazione della legge morale alla luce del discernimento del bene possibile. Questo richiamo al «bene possibile» è stato inteso da alcuni detrattori dell’Esortazione postsinodale come espressione della volontà del Papa di ‘abbassare l’asticella’. Ma si tratta di una lettura impropria. Proprio perché il discernimento è dinamico, non si tratta di assumere la fragilità come criterio per valutare il bene e il male, ma non deve mai escludere la possibilità di «rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio» (Al 307).

La lunga riflessione sul discernimento sfocia inevitabilmente sull’accesso ai sacramenti, altro punto spesso valutato in modo frettoloso. Semeraro ribadisce che Amoris laetitia «non ammette affatto ai sacramenti, e in particolare all’eucarestia ‘i divorziati risposati’». Perché il Papa non parla di ‘categorie’ ma di persone. E a queste persone, sempre alla luce del discernimento, sono richieste premesse di conversione né semplici né banali, in un cammino comunitario che mette al riparo dal rischio di «una privatizzazione indebita dell’accesso all’eucarestia». Il vescovo di Albano raccoglie anche la sfida di indicare quelli a che suo parere sono i criteri indispensabili – ne parliamo nella scheda qui a fianco – per il discernimento personale e pastorale dei fedeli divorziati e risposati. E si tratta di un’altra perla che rende questo saggio profondo e originale.

Divorziati risposati. Quali criteri per il discernimento personale e pastorale? Nel suo nuovo libro L’occhio e la lampada. Il discernimento in Amoris laetitia, il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, ne indica tre, suddivisi complessivamente in sette punti. Eccone una sintesi:

1) Premesse indispensabili

a) «vanno garantite le necessarie condizioni di umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento» (Al 300)b) non è da ritenere in tali condizioni chi ostenta la sua condizioni irregolare e di oggettivo peccato…

2) Riguardo al matrimonio precedente

a) i divorziati risposati devono chiedersi come si sono comportati verso i loro figli…; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; com’è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova unione sul resto della famiglia; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio… (Al 300)b) al n.298 l’Esortazione ricorda quanti hanno fatto grandi sforzi per salvare il primo matrimonio e hanno subito un ingiusto abbandono… quanti hanno scelto una seconda unione per l’educazione dei figli, quanti sono oggettivamente certi in coscienza della nullità del precedente matrimonio…

3) Riguardo alla nuova unione

a) che sia «consolidata nel tempo, con nuovi figli, con provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano, consapevolezza dell’irregolarità della propria situazione, grande difficoltà a tornare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe» (Al 298) b) La Chiesa riconosce situazioni in cui per seri motivi (l’educazione dei figli) non si può soddisfare l’obbligo della separazione (Al 298)c) valutazione appropriata delle situazioni in cui c’è un notevole grado di stabilità… affetto profondo… responsabilità verso i figli, capacità di superare le prove.

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Discernimento e coscienza: le riscoperte di Amoris laetitia

Prende il via questa sera in val di Fassa la seconda festa estiva di Avvenire e del settimanale Vita Trentina con un dibattito dal titolo «I frutti di Amoris laetitia» a più di un anno dalla pubblicazione. Alle 21 presso l’oratorio di Pozza di Fassa, nell’ambito della rassegna «Ispirazioni d’estate» promossa dal decanato, il saluto del direttore di Avvenire Marco Tarquinio introdurrà la serata alla quale intervengono i coniugi trentini Lucia e Marco Matassoni, uditori laici al Sinodo dei vescovi, il direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la Famiglia don Paolo Gentili e Luciano Moia, coordinatore del mensile Noi Famiglia & Vita. Nell’incontro, moderato dal direttore di Vita Trentina Diego Andreatta, sarà valutato l’impatto del testo postsinodale e saranno discussi i possibili sviluppi delle “strade di felicità” indicate dal Papa. Domani alle 9 partirà da Pera di Fassa una camminata con l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi che alle 12 presiederà l’Eucaristia al Santuario di Santa Giuliana, in occasione dei 500 anni di realizzazione del prezioso altare ligneo. Dopo il pranzo campestre, alle 17 la festa si concluderà a Pozza di Fassa con la testimonianza di Lucia Borzaga, sorella di padre Mario, il missionario trentino recentemente beatificato dopo il suo martirio in Laos nel 1960.

La rivoluzione del discernimento. «L’occhio che illumina» il nostro cammino di fede. La bussola che aiuta a non perdere la rotta. Al di là delle metafore, uno dei frutti più straordinari di Amoris laetitia è sicuramente la riscoperta di quell’atteggiamento spirituale che ci aiuta a comprendere la volontà di Dio nella nostra vita, qui e ora.

Ecco perché Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del C9 (il Consiglio dei cardinali), mette al centro del suo saggio su Amoris laetitia proprio la capacità di discernere. L’occhio e la lampada. Il discernimento in Amoris laetitia, Edb, pagg156, euro 14) è un volume prezioso per il coraggio del vescovo-teologo di dire una parola chiara sulla questione forse più controversa dell’Esortazione postsinodale. Perché tutto l’impegno del Papa, sulla traccia del Vaticano II, per ridare dignità pastorale e teologica alla capacità personale di esercitare eticamente la propria libertà di scelta e per identificare i mezzi per raggiungere questi obiettivi nella propria vita, non piace per nulla a coloro che si illudono che «tutto sia bianco o nero» e così chiudono «la via della grazia e della crescita» (Al 305), scoraggiando «percorsi di santificazione che danno gloria a Dio».

Ancora più efficace l’immagine usata dal Papa il 9 febbraio di quest’anno, incontrando La Civiltà Cattolica, che Semeraro riporta nel suo saggio: «La vita non è un quadro in bianco e nero: è un quadro a colori. Alcuni chiari e altri scuri, alcuni tenui altri vivaci. Ma comunque prevalgono le sfumature. Ed è questo lo spazio del discernimento». Per inquadrare questa complessa tavolozza esistenziale, in cui la vita di relazione si intreccia e si confronta con le condizioni storiche, sociali, culturali, economiche del tempo vissuto, Semeraro offre innanzi tutto uno sguardo complessivo sull’Esortazione postinodale. Ripercorre il cammino sinodale, ne sottolinea i caratteri ecclesiologici, approfondisce il senso della scelta di Francesco di aprire per la seconda volta un documento magisteriale nel segno della gioia – dopo Evangelii gaudium, Amoris laetitia – collegandolo ai precedenti del Concilio e di Paolo VI e motivandolo con una precisa scelta teologica. Rispondendo poi a coloro che si affannano ancora a considerare il documento del Papa «una minestra riscaldata », Semeraro dedica uno dei capitoli più interessanti al ‘nuovo’ in Amoris laetita. E indica soprattutto due aspetti: quello linguistico, fondamentale perché, per dirla con il teologo Andrea Grillo «per comunicare la tradizione bisogna tradurla » con un nuovo alfabeto dell’amore adeguato alla sensibilità e alle urgenze dell’oggi. E, forse ancora più dirompente, «la restituzione del primato della persona nella teologia morale», che si colloca nel contesto di un discernimento pastorale carico di amore misericordioso. In questa prospettiva, l’occhio del discernimento, «parola fondamentale e centrale in Amoris laetitia » – ribadisce il segretario del C9 – è indispensabile per gettare uno sguardo di verità sul controverso capitolo VIII dedicato alle situazioni di fragilità. Tre gli aspetti che rendono necessario il discernimento.

Innanzi tutto per «ovviare all’indeterminazione della norma generale rispetto al caso particolare. La legge infatti (come insegna anche san Tommaso) vale nella maggior parte dei casi, ma non in tutti i casi possibili». Sarebbe cosa meschina quindi (scrive Francesco) soffermarsi solo a considerare se l’agire di una persona corrisponda o meno a una legge o una norma generale. Questo perché non basta a discernere una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano. «In questo principio – sottolinea Semeraro – c’è il cardine teorico del discernimento pratico». Il secondo punto riguarda la necessità «di non elevare a livello di norma generale quanto davanti a una situazione particolare fa parte di un discernimento pratico». Terzo punto è l’opportunità di intendere il discernimento non come un giudizio, ma come un accompagnamento dinamico «sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettono di realizzare l’ideale in modo più pieno». (Al 303) In questa chiave si inserisce il criterio della gradualità che riflette, con grande saggezza, il cammino lento e complesso, sempre esposto al rischio di cadute e di arretramenti, tipico di ogni relazione di coppia e di ogni famiglia. Strettamente correlata alla ‘rivoluzione del discernimento’, quella della coscienza che secondo papa Francesco «dev’essere meglio coinvolta nella prassi della Chiesa, in alcune situazioni che non realizzano oggettivamente la nostra concezione del matrimonio». È la coscienza che permette l’interiorizzazione della legge morale alla luce del discernimento del bene possibile. Questo richiamo al «bene possibile» è stato inteso da alcuni detrattori dell’Esortazione postsinodale come espressione della volontà del Papa di ‘abbassare l’asticella’. Ma si tratta di una lettura impropria. Proprio perché il discernimento è dinamico, non si tratta di assumere la fragilità come criterio per valutare il bene e il male, ma non deve mai escludere la possibilità di «rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio» (Al 307).

La lunga riflessione sul discernimento sfocia inevitabilmente sull’accesso ai sacramenti, altro punto spesso valutato in modo frettoloso. Semeraro ribadisce che Amoris laetitia «non ammette affatto ai sacramenti, e in particolare all’eucarestia ‘i divorziati risposati’». Perché il Papa non parla di ‘categorie’ ma di persone. E a queste persone, sempre alla luce del discernimento, sono richieste premesse di conversione né semplici né banali, in un cammino comunitario che mette al riparo dal rischio di «una privatizzazione indebita dell’accesso all’eucarestia». Il vescovo di Albano raccoglie anche la sfida di indicare quelli a che suo parere sono i criteri indispensabili – ne parliamo nella scheda qui a fianco – per il discernimento personale e pastorale dei fedeli divorziati e risposati. E si tratta di un’altra perla che rende questo saggio profondo e originale.

Divorziati risposati. Quali criteri per il discernimento personale e pastorale? Nel suo nuovo libro L’occhio e la lampada. Il discernimento in Amoris laetitia, il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, ne indica tre, suddivisi complessivamente in sette punti. Eccone una sintesi:

1) Premesse indispensabili

a) «vanno garantite le necessarie condizioni di umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento» (Al 300)b) non è da ritenere in tali condizioni chi ostenta la sua condizioni irregolare e di oggettivo peccato…

2) Riguardo al matrimonio precedente

a) i divorziati risposati devono chiedersi come si sono comportati verso i loro figli…; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; com’è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova unione sul resto della famiglia; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio… (Al 300)b) al n.298 l’Esortazione ricorda quanti hanno fatto grandi sforzi per salvare il primo matrimonio e hanno subito un ingiusto abbandono… quanti hanno scelto una seconda unione per l’educazione dei figli, quanti sono oggettivamente certi in coscienza della nullità del precedente matrimonio…

3) Riguardo alla nuova unione

a) che sia «consolidata nel tempo, con nuovi figli, con provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano, consapevolezza dell’irregolarità della propria situazione, grande difficoltà a tornare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe» (Al 298) b) La Chiesa riconosce situazioni in cui per seri motivi (l’educazione dei figli) non si può soddisfare l’obbligo della separazione (Al 298)c) valutazione appropriata delle situazioni in cui c’è un notevole grado di stabilità… affetto profondo… responsabilità verso i figli, capacità di superare le prove.

Don Ricciardi, «sentinella della luce»

L’inaugurazione ufficiale dell’edizione numero 42 della Festa di Avvenire a Lerici è fissata per sabato alle 18.30, nella chiesa di San Francesco con la Messa celebrata dal vescovo Palletti e a cui sarà presente il direttore di Avvenire Tarquinio. Nella settimana seguente, sino alla serata finale del 6 agosto, sarà un crescendo di iniziative, molte delle quali all’aperto, di fronte allo straordinario scenario del Golfo dei Poeti. Il premio «Angelo Narducci 2017» sarà consegnato la sera di mercoledì 2 agosto dal vescovo Palletti, da Tarquinio e dal direttore generale di Avvenire Paolo Nusiner alla scrittrice e giornalista Susanna Tamaro. Tra gli ospiti della Festa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo.

La «festa di Avvenire» di Lerici, giunta alla sua 42ª edizione, inizia stasera, giovedì 27 luglio, con una anteprima rispetto all’inaugurazione ufficiale, prevista per sabato pomeriggio alla presenza del vescovo della Spezia-Sarzana-Brugnato, Luigi Ernesto Palletti e del direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Questa iniziativa intende essere un doveroso ricordo di monsignor Franco Ricciardi, parroco di Lerici dal 1972 al 1993, che la festa estiva del quotidiano cattolico la ideò ed organizzò a metà degli anni Settanta, in sintonia con l’allora direttore del giornale Angelo Narducci.

Viene infatti presentato, nella cornice della chiesa parrocchiale di San Francesco, Santuario della Madonna di Maralunga, il libro «Sentinella, quanto resta della notte?», dedicato alla figura di don Franco, spentosi due anni or sono poco meno che novantenne. Il libro ha come sottotitolo «Mons. Franco Ricciardi: una finestra spalancata sul mistero di Dio», espressione che rende molto bene la spiritualità di un sacerdote che ha sempre unito la dimensione pastorale e liturgica, a quella spirituale, ricoprendo anche gli incarichi di direttore spirituale del Seminario diocesano (e per qualche anno di pro-rettore) e di vice postulatore nella causa di beatificazione della spezzina Itala Mela.

L’iniziativa viene da una congregazione religiosa, la Piccola Opera Regina Apostolorum, le cui suore hanno la missione particolare di assistere i sacerdoti. La Piccola Opera ha la sua sede centrale a Genova, ma è sempre stata molto legata alla Spezia, dove guida da decenni la Casa del clero. Don Franco è sempre stato molto vicino a questa congregazione, ed è significativo che oggi la madre generale, suor Paola Barenco, che presenterà il volume, sia proprio una lericina. Il titolo del libro è tratto da un versetto biblico del profeta Isaia, più volte ripreso da personalità della cultura contemporanea: da don Giuseppe Dossetti al cardinale Carlo Maria Martini, sino al cantautore Francesco Guccini.

È il tema legato all’inquietudine dell’uomo di oggi, alla sua talvolta disperata ricerca di un senso della vita e, quindi, di un approdo alla luce della fede. Proprio per questo, nella prefazione, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), presenta monsignor Ricciardi come «sentinella della luce». Il libro, dopo la prefazione del cardinale e l’introduzione di suor Barenco, comprende due parti: la prima descrive la spiritualità di don Franco, attraverso le sue parole, mentre la seconda, non meno edificante, riporta numerose testimonianze di persone che lo hanno conosciuto. L’appuntamento a Lerici è questa sera alle 21.15. Ci saranno alcuni intermezzi di musica per organo a cura del maestro Alessandro Carta.

 

Discernimento e coscienza: le riscoperte di Amoris laetitia

Prende il via questa sera in val di Fassa la seconda festa estiva di Avvenire e del settimanale Vita Trentina con un dibattito dal titolo «I frutti di Amoris laetitia» a più di un anno dalla pubblicazione. Alle 21 presso l’oratorio di Pozza di Fassa, nell’ambito della rassegna «Ispirazioni d’estate» promossa dal decanato, il saluto del direttore di Avvenire Marco Tarquinio introdurrà la serata alla quale intervengono i coniugi trentini Lucia e Marco Matassoni, uditori laici al Sinodo dei vescovi, il direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la Famiglia don Paolo Gentili e Luciano Moia, coordinatore del mensile Noi Famiglia & Vita. Nell’incontro, moderato dal direttore di Vita Trentina Diego Andreatta, sarà valutato l’impatto del testo postsinodale e saranno discussi i possibili sviluppi delle “strade di felicità” indicate dal Papa. Domani alle 9 partirà da Pera di Fassa una camminata con l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi che alle 12 presiederà l’Eucaristia al Santuario di Santa Giuliana, in occasione dei 500 anni di realizzazione del prezioso altare ligneo. Dopo il pranzo campestre, alle 17 la festa si concluderà a Pozza di Fassa con la testimonianza di Lucia Borzaga, sorella di padre Mario, il missionario trentino recentemente beatificato dopo il suo martirio in Laos nel 1960.

La rivoluzione del discernimento. «L’occhio che illumina» il nostro cammino di fede. La bussola che aiuta a non perdere la rotta. Al di là delle metafore, uno dei frutti più straordinari di Amoris laetitia è sicuramente la riscoperta di quell’atteggiamento spirituale che ci aiuta a comprendere la volontà di Dio nella nostra vita, qui e ora.

Ecco perché Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del C9 (il Consiglio dei cardinali), mette al centro del suo saggio su Amoris laetitia proprio la capacità di discernere. L’occhio e la lampada. Il discernimento in Amoris laetitia, Edb, pagg156, euro 14) è un volume prezioso per il coraggio del vescovo-teologo di dire una parola chiara sulla questione forse più controversa dell’Esortazione postsinodale. Perché tutto l’impegno del Papa, sulla traccia del Vaticano II, per ridare dignità pastorale e teologica alla capacità personale di esercitare eticamente la propria libertà di scelta e per identificare i mezzi per raggiungere questi obiettivi nella propria vita, non piace per nulla a coloro che si illudono che «tutto sia bianco o nero» e così chiudono «la via della grazia e della crescita» (Al 305), scoraggiando «percorsi di santificazione che danno gloria a Dio».

Ancora più efficace l’immagine usata dal Papa il 9 febbraio di quest’anno, incontrando La Civiltà Cattolica, che Semeraro riporta nel suo saggio: «La vita non è un quadro in bianco e nero: è un quadro a colori. Alcuni chiari e altri scuri, alcuni tenui altri vivaci. Ma comunque prevalgono le sfumature. Ed è questo lo spazio del discernimento». Per inquadrare questa complessa tavolozza esistenziale, in cui la vita di relazione si intreccia e si confronta con le condizioni storiche, sociali, culturali, economiche del tempo vissuto, Semeraro offre innanzi tutto uno sguardo complessivo sull’Esortazione postinodale. Ripercorre il cammino sinodale, ne sottolinea i caratteri ecclesiologici, approfondisce il senso della scelta di Francesco di aprire per la seconda volta un documento magisteriale nel segno della gioia – dopo Evangelii gaudium, Amoris laetitia – collegandolo ai precedenti del Concilio e di Paolo VI e motivandolo con una precisa scelta teologica. Rispondendo poi a coloro che si affannano ancora a considerare il documento del Papa «una minestra riscaldata », Semeraro dedica uno dei capitoli più interessanti al ‘nuovo’ in Amoris laetita. E indica soprattutto due aspetti: quello linguistico, fondamentale perché, per dirla con il teologo Andrea Grillo «per comunicare la tradizione bisogna tradurla » con un nuovo alfabeto dell’amore adeguato alla sensibilità e alle urgenze dell’oggi. E, forse ancora più dirompente, «la restituzione del primato della persona nella teologia morale», che si colloca nel contesto di un discernimento pastorale carico di amore misericordioso. In questa prospettiva, l’occhio del discernimento, «parola fondamentale e centrale in Amoris laetitia » – ribadisce il segretario del C9 – è indispensabile per gettare uno sguardo di verità sul controverso capitolo VIII dedicato alle situazioni di fragilità. Tre gli aspetti che rendono necessario il discernimento.

Innanzi tutto per «ovviare all’indeterminazione della norma generale rispetto al caso particolare. La legge infatti (come insegna anche san Tommaso) vale nella maggior parte dei casi, ma non in tutti i casi possibili». Sarebbe cosa meschina quindi (scrive Francesco) soffermarsi solo a considerare se l’agire di una persona corrisponda o meno a una legge o una norma generale. Questo perché non basta a discernere una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano. «In questo principio – sottolinea Semeraro – c’è il cardine teorico del discernimento pratico». Il secondo punto riguarda la necessità «di non elevare a livello di norma generale quanto davanti a una situazione particolare fa parte di un discernimento pratico». Terzo punto è l’opportunità di intendere il discernimento non come un giudizio, ma come un accompagnamento dinamico «sempre aperto a nuove tappe di crescita e a nuove decisioni che permettono di realizzare l’ideale in modo più pieno». (Al 303) In questa chiave si inserisce il criterio della gradualità che riflette, con grande saggezza, il cammino lento e complesso, sempre esposto al rischio di cadute e di arretramenti, tipico di ogni relazione di coppia e di ogni famiglia. Strettamente correlata alla ‘rivoluzione del discernimento’, quella della coscienza che secondo papa Francesco «dev’essere meglio coinvolta nella prassi della Chiesa, in alcune situazioni che non realizzano oggettivamente la nostra concezione del matrimonio». È la coscienza che permette l’interiorizzazione della legge morale alla luce del discernimento del bene possibile. Questo richiamo al «bene possibile» è stato inteso da alcuni detrattori dell’Esortazione postsinodale come espressione della volontà del Papa di ‘abbassare l’asticella’. Ma si tratta di una lettura impropria. Proprio perché il discernimento è dinamico, non si tratta di assumere la fragilità come criterio per valutare il bene e il male, ma non deve mai escludere la possibilità di «rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio» (Al 307).

La lunga riflessione sul discernimento sfocia inevitabilmente sull’accesso ai sacramenti, altro punto spesso valutato in modo frettoloso. Semeraro ribadisce che Amoris laetitia «non ammette affatto ai sacramenti, e in particolare all’eucarestia ‘i divorziati risposati’». Perché il Papa non parla di ‘categorie’ ma di persone. E a queste persone, sempre alla luce del discernimento, sono richieste premesse di conversione né semplici né banali, in un cammino comunitario che mette al riparo dal rischio di «una privatizzazione indebita dell’accesso all’eucarestia». Il vescovo di Albano raccoglie anche la sfida di indicare quelli a che suo parere sono i criteri indispensabili – ne parliamo nella scheda qui a fianco – per il discernimento personale e pastorale dei fedeli divorziati e risposati. E si tratta di un’altra perla che rende questo saggio profondo e originale.

Divorziati risposati. Quali criteri per il discernimento personale e pastorale? Nel suo nuovo libro L’occhio e la lampada. Il discernimento in Amoris laetitia, il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, ne indica tre, suddivisi complessivamente in sette punti. Eccone una sintesi:

1) Premesse indispensabili

a) «vanno garantite le necessarie condizioni di umiltà, riservatezza, amore alla Chiesa e al suo insegnamento» (Al 300)b) non è da ritenere in tali condizioni chi ostenta la sua condizioni irregolare e di oggettivo peccato…

2) Riguardo al matrimonio precedente

a) i divorziati risposati devono chiedersi come si sono comportati verso i loro figli…; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; com’è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova unione sul resto della famiglia; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio… (Al 300)b) al n.298 l’Esortazione ricorda quanti hanno fatto grandi sforzi per salvare il primo matrimonio e hanno subito un ingiusto abbandono… quanti hanno scelto una seconda unione per l’educazione dei figli, quanti sono oggettivamente certi in coscienza della nullità del precedente matrimonio…

3) Riguardo alla nuova unione

a) che sia «consolidata nel tempo, con nuovi figli, con provata fedeltà, dedizione generosa, impegno cristiano, consapevolezza dell’irregolarità della propria situazione, grande difficoltà a tornare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe» (Al 298) b) La Chiesa riconosce situazioni in cui per seri motivi (l’educazione dei figli) non si può soddisfare l’obbligo della separazione (Al 298)c) valutazione appropriata delle situazioni in cui c’è un notevole grado di stabilità… affetto profondo… responsabilità verso i figli, capacità di superare le prove.

 

Bibione, serata clou con Pompili

Si concentra su “Parola& parole” la serata centrale di oggi, nell’undicesima Festa dell’Avvenire e de Il Popolo, a Bibione. Ospite quest’anno è monsignor Domenico Pompili, dal 2015 vescovo di Rieti che, intervistato dal giornalista di Avvenire Vito Salinaro, porterà l’attenzione sulla situazione della sua terra a quasi un anno dal sisma che, il 24 agosto 2016, ha colpito al centro Italia. Le immagini di Norcia sono ancora davanti agli occhi di tutti, come i nomi di Amatrice e Accumoli, divenuti familiari. Immediata la macchina della solidarietà, della Protezione civile, della gente. Per settimane le dirette televisive sono state sull’evento.

E adesso? Rivive la storia dei pronti proclami e delle macerie che persistono poi mese dopo mese, dei cantieri bloccati, dei disagi delle persone che, a un anno dal tragico evento, si trovano ancora con tutto, o quasi, da ricostruire. ‘Parola&parole’, dunque, per portare luce e verità dopo lo sfoggio di un efficientismo rimasto nel vento. Saranno presenti alla serata anche il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il direttore de Il Popolo, Simonetta Venturin, le autorità di San Michele al Tagliamento (Comune in cui si trova Bibione) a partire dal sindaco Pasqualino Codognotto e, naturalmente, tutti i presidenti di categoria (Bibione spiaggia, Ascom, Albergatori, Consorzio Turistico solo per citare alcuni dei tanti che, sostenendo le iniziative della parrocchia, permettono la realizzazione di un così ricco palinsesto).

«È una bella coincidenza – spiega il parroco don Andrea Vena – perché quando ho iniziato con le Feste di Avvenire, alla segreteria delle Comunicazioni sociali della Cei, ho incontrato proprio don Domenico Pompili. È con lui e grazie a lui che tutto ha preso il via ed è ora una gioia averlo come ospite della nostra Festa, come vescovo di Rieti». Bibione stessa, ricorda don Andrea, si è prontamente attivata per le zone colpite dal terremoto. Sia a livello di parrocchia, che di comunità, raccogliendo rispettivamente venti e venticinquemila euro.

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Bibione, serata clou con Pompili

Si concentra su “Parola& parole” la serata centrale di oggi, nell’undicesima Festa dell’Avvenire e de Il Popolo, a Bibione. Ospite quest’anno è monsignor Domenico Pompili, dal 2015 vescovo di Rieti che, intervistato dal giornalista di Avvenire Vito Salinaro, porterà l’attenzione sulla situazione della sua terra a quasi un anno dal sisma che, il 24 agosto 2016, ha colpito al centro Italia. Le immagini di Norcia sono ancora davanti agli occhi di tutti, come i nomi di Amatrice e Accumoli, divenuti familiari. Immediata la macchina della solidarietà, della Protezione civile, della gente. Per settimane le dirette televisive sono state sull’evento.

E adesso? Rivive la storia dei pronti proclami e delle macerie che persistono poi mese dopo mese, dei cantieri bloccati, dei disagi delle persone che, a un anno dal tragico evento, si trovano ancora con tutto, o quasi, da ricostruire. ‘Parola&parole’, dunque, per portare luce e verità dopo lo sfoggio di un efficientismo rimasto nel vento. Saranno presenti alla serata anche il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il direttore de Il Popolo, Simonetta Venturin, le autorità di San Michele al Tagliamento (Comune in cui si trova Bibione) a partire dal sindaco Pasqualino Codognotto e, naturalmente, tutti i presidenti di categoria (Bibione spiaggia, Ascom, Albergatori, Consorzio Turistico solo per citare alcuni dei tanti che, sostenendo le iniziative della parrocchia, permettono la realizzazione di un così ricco palinsesto).

«È una bella coincidenza – spiega il parroco don Andrea Vena – perché quando ho iniziato con le Feste di Avvenire, alla segreteria delle Comunicazioni sociali della Cei, ho incontrato proprio don Domenico Pompili. È con lui e grazie a lui che tutto ha preso il via ed è ora una gioia averlo come ospite della nostra Festa, come vescovo di Rieti». Bibione stessa, ricorda don Andrea, si è prontamente attivata per le zone colpite dal terremoto. Sia a livello di parrocchia, che di comunità, raccogliendo rispettivamente venti e venticinquemila euro.

Bibione, serata clou con Pompili

Si concentra su “Parola& parole” la serata centrale di oggi, nell’undicesima Festa dell’Avvenire e de Il Popolo, a Bibione. Ospite quest’anno è monsignor Domenico Pompili, dal 2015 vescovo di Rieti che, intervistato dal giornalista di Avvenire Vito Salinaro, porterà l’attenzione sulla situazione della sua terra a quasi un anno dal sisma che, il 24 agosto 2016, ha colpito al centro Italia. Le immagini di Norcia sono ancora davanti agli occhi di tutti, come i nomi di Amatrice e Accumoli, divenuti familiari. Immediata la macchina della solidarietà, della Protezione civile, della gente. Per settimane le dirette televisive sono state sull’evento.

E adesso? Rivive la storia dei pronti proclami e delle macerie che persistono poi mese dopo mese, dei cantieri bloccati, dei disagi delle persone che, a un anno dal tragico evento, si trovano ancora con tutto, o quasi, da ricostruire. ‘Parola&parole’, dunque, per portare luce e verità dopo lo sfoggio di un efficientismo rimasto nel vento. Saranno presenti alla serata anche il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il direttore de Il Popolo, Simonetta Venturin, le autorità di San Michele al Tagliamento (Comune in cui si trova Bibione) a partire dal sindaco Pasqualino Codognotto e, naturalmente, tutti i presidenti di categoria (Bibione spiaggia, Ascom, Albergatori, Consorzio Turistico solo per citare alcuni dei tanti che, sostenendo le iniziative della parrocchia, permettono la realizzazione di un così ricco palinsesto).

«È una bella coincidenza – spiega il parroco don Andrea Vena – perché quando ho iniziato con le Feste di Avvenire, alla segreteria delle Comunicazioni sociali della Cei, ho incontrato proprio don Domenico Pompili. È con lui e grazie a lui che tutto ha preso il via ed è ora una gioia averlo come ospite della nostra Festa, come vescovo di Rieti». Bibione stessa, ricorda don Andrea, si è prontamente attivata per le zone colpite dal terremoto. Sia a livello di parrocchia, che di comunità, raccogliendo rispettivamente venti e venticinquemila euro.

Ventimiglia-Sanremo L’altro che bussa alla nostra porta

«Accogliere per riscoprire»: è questo il tema della prima festa di Avvenire che si terrà nella diocesi di Ventimiglia-San Remo dal 18 al 20 agosto. La festa del quotidiano cattolico darà un impulso per riflettere sul significato dell’accoglienza, approfondendo quelle dinamiche che precedono l’incontro con i profughi. Ospitare chi è diverso da noi ci costringe a chiarire la nostra identità di cristiani, che vedono in chi è forestiero Cristo stesso. Stringere mani, incrociare sguardi, piangere insieme sono dimensioni che precedono e accompagnano ogni intervento di solidarietà. Nell’incontro con i bisognosi – è l’idea al centro dell’iniziativa allestita dalla diocesi guidata da monsignor Antonio Suetta – incontriamo noi stessi e spingiamo la nostra umanità a trovare quelle vie di uscita che soltanto la fede dischiude. Il pensiero dominante del nostro Occidente, impregnato com’è di consumismo, è troppo debole per poter dare una risposta vera al problema delle migrazioni. Possedere le chiavi della nostra cultura e riscoprirne le radici cristiane ci permette di donare una speranza concreta a coloro che cercano asilo nel nostro Paese. Al contempo è necessario stimolare il mondo della politica e la società con quell’originale passione per la verità, che anima i credenti.

Quanto al programma di questa festa d’esordio per la diocesi del Ponente ligure, venerdì 18 agosto e sabato 19 in due stabilimenti balneari Oreste Castagna, meglio conosciuto come “Gipo Scribantino” di Rai yo-yo, con i suoi spettacoli festeggerà insieme ai più piccoli i 21 anni di Popotus. Il 18 alle 21 nel chiostro della chiesa di Sant’Agostino a Ventimiglia il direttore di Avvenire Marco Tarquinio dialogherà poi con don Mussie Zerai, coordinatore europeo e cappellano della comunità cattolica eritrea. Il 19 sempre alle 21 ma a Sanremo è prevista la testimonianza di Abdoulaye Mbodj, primo avvocato senegalese del foro di Milano, figlio del protagonista del libro Il sogno di un venditore di accendini. Entrambe le serate saranno moderate dalla giornalista di Avvenire Angela Calvini. A conclusione della festa, la mattina di domenica 20 nella basilica concattedrale di San Siro a Sanremo presiederà l’Eucaristia solenne monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.

Bibione, una settimana con la gioia

Progetto ambizioso: un’estate nella gioia. La parrocchia di Bibione lo propone come filo conduttore del programma 2017 che entra ora nel clou con la settimana della «Festa di Avvenire e de Il Popolo», settimanale della diocesi di Concordia-Pordenone. Un progetto con un preciso riferimento all’esortazione apostolica Evangelii gaudium, presente a Bibione grazie a una mostra in venti pannelli nel bookshop parrocchiale.

La gioia è stata testimoniata sinora da padre Ibrahim Alsabagh, parroco ad Aleppo, da un coro filippino, dal senegalese Youssou, il “vu cumprà” che è riuscito a far di suo figlio un avvocato, mentre sono attese le voci dell’ugandese suor Rosemary Nyirumbe che salva le bambine soldato, di padre Pattòn custode di Terrasanta (cui va il Premio Padovese), del cardinale albanese Ernest Simoni, sopravvissuto a 28 anni di lavori forzati. Gioia protagonista anche nelle serate di teatro (da don Benzi all’azzardo), i tremila presenti alla Messa col vescovo Pellegrini (domenica scorsa), la partecipazione alla notte bianca con la parrocchia aperta sino a tardi ogni giovedì, come le visite alla cappella della Sindone per un percorso spirituale. Risposta sempre molto numerosa, tanto che il parroco don Andrea Vena dice che «ormai desidero solo continuare a lasciarmi sorprendere, sta accadendo settimana dopo settimana. Anche gli 80 volontari della parrocchia mi dicono che quest’anno è tutta una festa. Sono sempre presenti, hanno il polso della situazione: seguono gli eventi, accolgono il pubblico, accompagnano gli ospiti. Ormai c’è una bella empatia: leggono, cercano idee e personaggi. E il programma si arricchisce».

L’undicesima Festa bibionese culmina nella serata di domani, ospite monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che sarà introdotto dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio e intervistato da Vito Salinaro. Con questa serata su «Parola & parole» la Festa aiuterà a capire come stanno le comunità delle zone colpite dal terremoto. Bibione ha partecipato con 20 e 25 mila euro allo sforzo per ricostruire Accumoli e Amatrice. Per la prima volta sarà presente alla Festa anche la Regione Veneto con il vice presidente Forcolin per una serata che è sempre stata condivisa dalle istituzioni locali, con il sindaco Codognotto e tutti i presidenti di categoria, sostenitori della proposta estiva della parrocchia.

Cosa aspettarsi ancora? Complice il Sinodo anticipa don Andrea – nel 2018 arriverà un’estate con i giovani. Meglio di così…

Lerici, incontro tra la gente dando la parola alla speranza

Comunicare la speranza»: come sempre, da quando prese il via nel 1975, la Festa di Avvenire a Lerici “pensa in positivo”. E sviluppa l’edizione 2017 sul tema della speranza, decisivo in un tempo disorientato e incerto. La kermesse proposta dal quotidiano, dalla diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato e dalla parrocchia di Lerici prenderà il via giovedì 27 luglio per concludersi domenica 6 agosto, due giorni in più rispetto al consueto. Due, come le “anteprime”. Il giorno d’apertura sarà dedicato a colui che della Festa ebbe l’idea e, per tanti anni, l’onere principale della gestione: don Franco Ricciardi, parroco a Lerici dal 1972 al 1993. Alla sua eccezionale figura le suore della Piccola Opera Regina Apostolorum, a lui molto legate, hanno dedicato un libro con la prefazione del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, che sarà presentato dalla superiora generale suor Paola Barenco, lericina e figlia spirituale di don Franco. La sera successiva la Festa si sposta sul lungomare di Lerici per uno spettacolo in dialetto lericino della locale «Compagnia delle briciole», cresciuta in questi anni proprio insieme all’evento estivo con Avvenire.

Un modo per ricordare che la Festa è di tutti, in mezzo a tutti. Sabato 29 alle 18.30, nella chiesa di San Francesco inaugurazione ufficiale dell’edizione numero 42 con il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti che celebrerà la Messa, presente il direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Nella settimana seguente, sino alla serata finale del 6 agosto, sarà un crescendo di iniziative, molte delle quali all’aperto, di fronte allo straordinario scenario del Golfo dei Poeti. Il premio Angelo Narducci 2017 sarà consegnato la sera di mercoledì 2 dal vescovo Palletti, da Marco Tarquinio e dal direttore generale della società editrice di Avvenire Paolo Nusiner alla scrittrice e giornalista Susanna Tamaro. Tra gli ospiti della Festa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, che parlerà al clero diocesano e poi a turisti e locali dell’esperienza di una Chiesa in uscita come quella colpita dal terremoto. Durante la Festa interverranno anche giornalisti di Avvenire come Marco Girardo, Lucia Bellaspiga e Alessandro Zaccuri. Non mancheranno i consueti incontri gastronomici, a base di cibi e vini locali. La Festa più tradizionale tra quelle di Avvenire, dunque, cresce e si consolida a partire dall’idea originaria di don Franco: l’apostolato in mezzo alla gente legato al quotidiano cattolico, idea sempre più attuale e

Ventimiglia-Sanremo L’altro che bussa alla nostra porta

«Accogliere per riscoprire»: è questo il tema della prima festa di Avvenire che si terrà nella diocesi di Ventimiglia-San Remo dal 18 al 20 agosto. La festa del quotidiano cattolico darà un impulso per riflettere sul significato dell’accoglienza, approfondendo quelle dinamiche che precedono l’incontro con i profughi. Ospitare chi è diverso da noi ci costringe a chiarire la nostra identità di cristiani, che vedono in chi è forestiero Cristo stesso. Stringere mani, incrociare sguardi, piangere insieme sono dimensioni che precedono e accompagnano ogni intervento di solidarietà. Nell’incontro con i bisognosi – è l’idea al centro dell’iniziativa allestita dalla diocesi guidata da monsignor Antonio Suetta – incontriamo noi stessi e spingiamo la nostra umanità a trovare quelle vie di uscita che soltanto la fede dischiude. Il pensiero dominante del nostro Occidente, impregnato com’è di consumismo, è troppo debole per poter dare una risposta vera al problema delle migrazioni. Possedere le chiavi della nostra cultura e riscoprirne le radici cristiane ci permette di donare una speranza concreta a coloro che cercano asilo nel nostro Paese. Al contempo è necessario stimolare il mondo della politica e la società con quell’originale passione per la verità, che anima i credenti.

Quanto al programma di questa festa d’esordio per la diocesi del Ponente ligure, venerdì 18 agosto e sabato 19 in due stabilimenti balneari Oreste Castagna, meglio conosciuto come “Gipo Scribantino” di Rai yo-yo, con i suoi spettacoli festeggerà insieme ai più piccoli i 21 anni di Popotus. Il 18 alle 21 nel chiostro della chiesa di Sant’Agostino a Ventimiglia il direttore di Avvenire Marco Tarquinio dialogherà poi con don Mussie Zerai, coordinatore europeo e cappellano della comunità cattolica eritrea. Il 19 sempre alle 21 ma a Sanremo è prevista la testimonianza di Abdoulaye Mbodj, primo avvocato senegalese del foro di Milano, figlio del protagonista del libro Il sogno di un venditore di accendini. Entrambe le serate saranno moderate dalla giornalista di Avvenire Angela Calvini. A conclusione della festa, la mattina di domenica 20 nella basilica concattedrale di San Siro a Sanremo presiederà l’Eucaristia solenne monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.

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Ventimiglia-Sanremo L’altro che bussa alla nostra porta

«Accogliere per riscoprire»: è questo il tema della prima festa di Avvenire che si terrà nella diocesi di Ventimiglia-San Remo dal 18 al 20 agosto. La festa del quotidiano cattolico darà un impulso per riflettere sul significato dell’accoglienza, approfondendo quelle dinamiche che precedono l’incontro con i profughi. Ospitare chi è diverso da noi ci costringe a chiarire la nostra identità di cristiani, che vedono in chi è forestiero Cristo stesso. Stringere mani, incrociare sguardi, piangere insieme sono dimensioni che precedono e accompagnano ogni intervento di solidarietà. Nell’incontro con i bisognosi – è l’idea al centro dell’iniziativa allestita dalla diocesi guidata da monsignor Antonio Suetta – incontriamo noi stessi e spingiamo la nostra umanità a trovare quelle vie di uscita che soltanto la fede dischiude. Il pensiero dominante del nostro Occidente, impregnato com’è di consumismo, è troppo debole per poter dare una risposta vera al problema delle migrazioni. Possedere le chiavi della nostra cultura e riscoprirne le radici cristiane ci permette di donare una speranza concreta a coloro che cercano asilo nel nostro Paese. Al contempo è necessario stimolare il mondo della politica e la società con quell’originale passione per la verità, che anima i credenti.

Quanto al programma di questa festa d’esordio per la diocesi del Ponente ligure, venerdì 18 agosto e sabato 19 in due stabilimenti balneari Oreste Castagna, meglio conosciuto come “Gipo Scribantino” di Rai yo-yo, con i suoi spettacoli festeggerà insieme ai più piccoli i 21 anni di Popotus. Il 18 alle 21 nel chiostro della chiesa di Sant’Agostino a Ventimiglia il direttore di Avvenire Marco Tarquinio dialogherà poi con don Mussie Zerai, coordinatore europeo e cappellano della comunità cattolica eritrea. Il 19 sempre alle 21 ma a Sanremo è prevista la testimonianza di Abdoulaye Mbodj, primo avvocato senegalese del foro di Milano, figlio del protagonista del libro Il sogno di un venditore di accendini. Entrambe le serate saranno moderate dalla giornalista di Avvenire Angela Calvini. A conclusione della festa, la mattina di domenica 20 nella basilica concattedrale di San Siro a Sanremo presiederà l’Eucaristia solenne monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.

Bibione, una settimana con la gioia

Progetto ambizioso: un’estate nella gioia. La parrocchia di Bibione lo propone come filo conduttore del programma 2017 che entra ora nel clou con la settimana della «Festa di Avvenire e de Il Popolo», settimanale della diocesi di Concordia-Pordenone. Un progetto con un preciso riferimento all’esortazione apostolica Evangelii gaudium, presente a Bibione grazie a una mostra in venti pannelli nel bookshop parrocchiale.

La gioia è stata testimoniata sinora da padre Ibrahim Alsabagh, parroco ad Aleppo, da un coro filippino, dal senegalese Youssou, il “vu cumprà” che è riuscito a far di suo figlio un avvocato, mentre sono attese le voci dell’ugandese suor Rosemary Nyirumbe che salva le bambine soldato, di padre Pattòn custode di Terrasanta (cui va il Premio Padovese), del cardinale albanese Ernest Simoni, sopravvissuto a 28 anni di lavori forzati. Gioia protagonista anche nelle serate di teatro (da don Benzi all’azzardo), i tremila presenti alla Messa col vescovo Pellegrini (domenica scorsa), la partecipazione alla notte bianca con la parrocchia aperta sino a tardi ogni giovedì, come le visite alla cappella della Sindone per un percorso spirituale. Risposta sempre molto numerosa, tanto che il parroco don Andrea Vena dice che «ormai desidero solo continuare a lasciarmi sorprendere, sta accadendo settimana dopo settimana. Anche gli 80 volontari della parrocchia mi dicono che quest’anno è tutta una festa. Sono sempre presenti, hanno il polso della situazione: seguono gli eventi, accolgono il pubblico, accompagnano gli ospiti. Ormai c’è una bella empatia: leggono, cercano idee e personaggi. E il programma si arricchisce».

L’undicesima Festa bibionese culmina nella serata di domani, ospite monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che sarà introdotto dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio e intervistato da Vito Salinaro. Con questa serata su «Parola & parole» la Festa aiuterà a capire come stanno le comunità delle zone colpite dal terremoto. Bibione ha partecipato con 20 e 25 mila euro allo sforzo per ricostruire Accumoli e Amatrice. Per la prima volta sarà presente alla Festa anche la Regione Veneto con il vice presidente Forcolin per una serata che è sempre stata condivisa dalle istituzioni locali, con il sindaco Codognotto e tutti i presidenti di categoria, sostenitori della proposta estiva della parrocchia.

Cosa aspettarsi ancora? Complice il Sinodo anticipa don Andrea – nel 2018 arriverà un’estate con i giovani. Meglio di così…

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Bibione, una settimana con la gioia

Progetto ambizioso: un’estate nella gioia. La parrocchia di Bibione lo propone come filo conduttore del programma 2017 che entra ora nel clou con la settimana della «Festa di Avvenire e de Il Popolo», settimanale della diocesi di Concordia-Pordenone. Un progetto con un preciso riferimento all’esortazione apostolica Evangelii gaudium, presente a Bibione grazie a una mostra in venti pannelli nel bookshop parrocchiale.

La gioia è stata testimoniata sinora da padre Ibrahim Alsabagh, parroco ad Aleppo, da un coro filippino, dal senegalese Youssou, il “vu cumprà” che è riuscito a far di suo figlio un avvocato, mentre sono attese le voci dell’ugandese suor Rosemary Nyirumbe che salva le bambine soldato, di padre Pattòn custode di Terrasanta (cui va il Premio Padovese), del cardinale albanese Ernest Simoni, sopravvissuto a 28 anni di lavori forzati. Gioia protagonista anche nelle serate di teatro (da don Benzi all’azzardo), i tremila presenti alla Messa col vescovo Pellegrini (domenica scorsa), la partecipazione alla notte bianca con la parrocchia aperta sino a tardi ogni giovedì, come le visite alla cappella della Sindone per un percorso spirituale. Risposta sempre molto numerosa, tanto che il parroco don Andrea Vena dice che «ormai desidero solo continuare a lasciarmi sorprendere, sta accadendo settimana dopo settimana. Anche gli 80 volontari della parrocchia mi dicono che quest’anno è tutta una festa. Sono sempre presenti, hanno il polso della situazione: seguono gli eventi, accolgono il pubblico, accompagnano gli ospiti. Ormai c’è una bella empatia: leggono, cercano idee e personaggi. E il programma si arricchisce».

L’undicesima Festa bibionese culmina nella serata di domani, ospite monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, che sarà introdotto dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio e intervistato da Vito Salinaro. Con questa serata su «Parola & parole» la Festa aiuterà a capire come stanno le comunità delle zone colpite dal terremoto. Bibione ha partecipato con 20 e 25 mila euro allo sforzo per ricostruire Accumoli e Amatrice. Per la prima volta sarà presente alla Festa anche la Regione Veneto con il vice presidente Forcolin per una serata che è sempre stata condivisa dalle istituzioni locali, con il sindaco Codognotto e tutti i presidenti di categoria, sostenitori della proposta estiva della parrocchia.

Cosa aspettarsi ancora? Complice il Sinodo anticipa don Andrea – nel 2018 arriverà un’estate con i giovani. Meglio di così…

Lerici, incontro tra la gente dando la parola alla speranza

Comunicare la speranza»: come sempre, da quando prese il via nel 1975, la Festa di Avvenire a Lerici “pensa in positivo”. E sviluppa l’edizione 2017 sul tema della speranza, decisivo in un tempo disorientato e incerto. La kermesse proposta dal quotidiano, dalla diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato e dalla parrocchia di Lerici prenderà il via giovedì 27 luglio per concludersi domenica 6 agosto, due giorni in più rispetto al consueto. Due, come le “anteprime”. Il giorno d’apertura sarà dedicato a colui che della Festa ebbe l’idea e, per tanti anni, l’onere principale della gestione: don Franco Ricciardi, parroco a Lerici dal 1972 al 1993. Alla sua eccezionale figura le suore della Piccola Opera Regina Apostolorum, a lui molto legate, hanno dedicato un libro con la prefazione del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, che sarà presentato dalla superiora generale suor Paola Barenco, lericina e figlia spirituale di don Franco. La sera successiva la Festa si sposta sul lungomare di Lerici per uno spettacolo in dialetto lericino della locale «Compagnia delle briciole», cresciuta in questi anni proprio insieme all’evento estivo con Avvenire.

Un modo per ricordare che la Festa è di tutti, in mezzo a tutti. Sabato 29 alle 18.30, nella chiesa di San Francesco inaugurazione ufficiale dell’edizione numero 42 con il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti che celebrerà la Messa, presente il direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Nella settimana seguente, sino alla serata finale del 6 agosto, sarà un crescendo di iniziative, molte delle quali all’aperto, di fronte allo straordinario scenario del Golfo dei Poeti. Il premio Angelo Narducci 2017 sarà consegnato la sera di mercoledì 2 dal vescovo Palletti, da Marco Tarquinio e dal direttore generale della società editrice di Avvenire Paolo Nusiner alla scrittrice e giornalista Susanna Tamaro. Tra gli ospiti della Festa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, che parlerà al clero diocesano e poi a turisti e locali dell’esperienza di una Chiesa in uscita come quella colpita dal terremoto. Durante la Festa interverranno anche giornalisti di Avvenire come Marco Girardo, Lucia Bellaspiga e Alessandro Zaccuri. Non mancheranno i consueti incontri gastronomici, a base di cibi e vini locali. La Festa più tradizionale tra quelle di Avvenire, dunque, cresce e si consolida a partire dall’idea originaria di don Franco: l’apostolato in mezzo alla gente legato al quotidiano cattolico, idea sempre più attuale e

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Lerici, incontro tra la gente dando la parola alla speranza

Comunicare la speranza»: come sempre, da quando prese il via nel 1975, la Festa di Avvenire a Lerici “pensa in positivo”. E sviluppa l’edizione 2017 sul tema della speranza, decisivo in un tempo disorientato e incerto. La kermesse proposta dal quotidiano, dalla diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato e dalla parrocchia di Lerici prenderà il via giovedì 27 luglio per concludersi domenica 6 agosto, due giorni in più rispetto al consueto. Due, come le “anteprime”. Il giorno d’apertura sarà dedicato a colui che della Festa ebbe l’idea e, per tanti anni, l’onere principale della gestione: don Franco Ricciardi, parroco a Lerici dal 1972 al 1993. Alla sua eccezionale figura le suore della Piccola Opera Regina Apostolorum, a lui molto legate, hanno dedicato un libro con la prefazione del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, che sarà presentato dalla superiora generale suor Paola Barenco, lericina e figlia spirituale di don Franco. La sera successiva la Festa si sposta sul lungomare di Lerici per uno spettacolo in dialetto lericino della locale «Compagnia delle briciole», cresciuta in questi anni proprio insieme all’evento estivo con Avvenire.

Un modo per ricordare che la Festa è di tutti, in mezzo a tutti. Sabato 29 alle 18.30, nella chiesa di San Francesco inaugurazione ufficiale dell’edizione numero 42 con il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti che celebrerà la Messa, presente il direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Nella settimana seguente, sino alla serata finale del 6 agosto, sarà un crescendo di iniziative, molte delle quali all’aperto, di fronte allo straordinario scenario del Golfo dei Poeti. Il premio Angelo Narducci 2017 sarà consegnato la sera di mercoledì 2 dal vescovo Palletti, da Marco Tarquinio e dal direttore generale della società editrice di Avvenire Paolo Nusiner alla scrittrice e giornalista Susanna Tamaro. Tra gli ospiti della Festa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, che parlerà al clero diocesano e poi a turisti e locali dell’esperienza di una Chiesa in uscita come quella colpita dal terremoto. Durante la Festa interverranno anche giornalisti di Avvenire come Marco Girardo, Lucia Bellaspiga e Alessandro Zaccuri. Non mancheranno i consueti incontri gastronomici, a base di cibi e vini locali. La Festa più tradizionale tra quelle di Avvenire, dunque, cresce e si consolida a partire dall’idea originaria di don Franco: l’apostolato in mezzo alla gente legato al quotidiano cattolico, idea sempre più attuale e

Bibione avrà la sua Perdonanza

Anche quest’estate la spiaggia di Bibione (Venezia), sfidando la crisi, riuscirà a superare i sei milioni di presenze. Con le famiglie a garantire questo primato. Famiglie che, in gran numero, hanno respirato a due polmoni: l’aria salutare del litorale, ma anche quella spirituale, della misericordia. Il parroco don Andrea Vena, con i suoi collaboratori, e il vescovo di Concordia-Pordenone Giuseppe Pellegrini hanno trasformato una delle “capitali” italiane del benessere fisico (garantito anche dalla presenza delle terme) in cittadella giubilare con l’apertura della Porta Santa (dal 27 maggio al 7 ottobre) e avendo tra i momenti più solenni il Perdono d’Assisi, appuntamento particolarmente sentito in parrocchia, tanto da registrare un’enorme partecipazione ai momenti di preghiera e alle confessioni. Presupposti – questi ed altri – che hanno convinto la penitenzieria apostolica a concedere la “Perdonanza di Bibione” dall’1 al 16 agosto di ogni anno, con l’apertura della Porta Santa e l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni della confessione sacramentale, della comunione eucaristica e dell’orazione secondo le intenzioni del Papa. Indulgenza che nelle scorse settimane hanno ottenuto migliaia di fedeli, italiani e stranieri, in particolare da Germania, Austria e Paesi dell’Est Europa, che hanno visitato come pellegrini la chiesa parrocchiale di Bibione, dedicata a Santa Maria Assunta, e con devozione hanno partecipato ad una delle tante celebrazioni o hanno sostato in preghiera. Un’indulgenza di cui si sono potuti avvalere anche i bibionesi trattenuti a casa o in ospedale, ma che si sono uniti spiritualmen- te alle celebrazioni. «Come suggerito da papa Francesco era mio desiderio – spiega il vescovo Pellegrini – lasciare un’opera-segno di misericordia corporale, che bene viene rappresentata dall’apertura della nuova missione diocesana in Mozambico, avviata nel febbraio scorso, dopo quelle già presenti in Kenya ed Ecuador. Ma custodivo anche il sogno di lasciare un’opera spirituale che restasse come segno di questo Giubileo: ed ecco l’idea, che ora è diventata realtà, di istituire una Festa annuale del Perdono lì dove si trova normalmente un’alta concentrazione di persone, Bibione appunto ». Questa estate ne è stata una felice riprova: la chiesa stessa di Bibione è diventata un confessionale. Solo nella veglia del Perdono di Assisi si sono presentati in 500 a pregare, riflettere, avvicinarsi al sacramento della Riconciliazione. Ben dieci i preti che hanno assicurato il sacramento della Confessione, non solo in lingua italiana, ma anche tedesca, polacca, slovacca. C’è dunque un contesto già consolidato che bene potrà rispondere a questa “intuizione giubilare”. Basti pensare che il giorno dell’Assunta hanno partecipato alle Messe circa 4mila fedeli al mattino e 4mila alla Messa internazionale della sera con il vescovo, con la processione-fiaccolata verso il mare mentre il Luna Park e i locali pubblici spengono le musica in segno di rispetto. La chiesa di Bibione, particolarmente accogliente, si trova al centro di un parco a poche centinaia di metri dalla spiaggia e i villeggianti hanno imparato a frequentarla per una sosta ristoratrice, in qualsiasi ora della giornata. Bibione rappresenta insomma una sorta di “cortile dei gentili” dove, pur nella diversità delle provenienze e di fedi, la città è capace di parlare a tutti. Bibione, fa l’altro, è tappa consueta dei gruppi di pellegrini da Slovacchia, Polonia e altri Paesi durante il rientro dai loro viaggi a San Giovanni Rotondo, Roma o Lourdes: celebrano al mattino in chiesa, vanno al mare e alla sera ripartono verso casa, certi di trovare in parrocchia disponibilità di accoglienza e di servizio.

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Bibione avrà la sua Perdonanza

Anche quest’estate la spiaggia di Bibione (Venezia), sfidando la crisi, riuscirà a superare i sei milioni di presenze. Con le famiglie a garantire questo primato. Famiglie che, in gran numero, hanno respirato a due polmoni: l’aria salutare del litorale, ma anche quella spirituale, della misericordia. Il parroco don Andrea Vena, con i suoi collaboratori, e il vescovo di Concordia-Pordenone Giuseppe Pellegrini hanno trasformato una delle “capitali†italiane del benessere fisico (garantito anche dalla presenza delle terme) in cittadella giubilare con l’apertura della Porta Santa (dal 27 maggio al 7 ottobre) e avendo tra i momenti più solenni il Perdono d’Assisi, appuntamento particolarmente sentito in parrocchia, tanto da registrare un’enorme partecipazione ai momenti di preghiera e alle confessioni. Presupposti – questi ed altri – che hanno convinto la penitenzieria apostolica a concedere la “Perdonanza di Bibione†dall’1 al 16 agosto di ogni anno, con l’apertura della Porta Santa e l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni della confessione sacramentale, della comunione eucaristica e dell’orazione secondo le intenzioni del Papa. Indulgenza che nelle scorse settimane hanno ottenuto migliaia di fedeli, italiani e stranieri, in particolare da Germania, Austria e Paesi dell’Est Europa, che hanno visitato come pellegrini la chiesa parrocchiale di Bibione, dedicata a Santa Maria Assunta, e con devozione hanno partecipato ad una delle tante celebrazioni o hanno sostato in preghiera. Un’indulgenza di cui si sono potuti avvalere anche i bibionesi trattenuti a casa o in ospedale, ma che si sono uniti spiritualmen- te alle celebrazioni. «Come suggerito da papa Francesco era mio desiderio – spiega il vescovo Pellegrini – lasciare un’opera-segno di misericordia corporale, che bene viene rappresentata dall’apertura della nuova missione diocesana in Mozambico, avviata nel febbraio scorso, dopo quelle già presenti in Kenya ed Ecuador. Ma custodivo anche il sogno di lasciare un’opera spirituale che restasse come segno di questo Giubileo: ed ecco l’idea, che ora è diventata realtà, di istituire una Festa annuale del Perdono lì dove si trova normalmente un’alta concentrazione di persone, Bibione appunto ». Questa estate ne è stata una felice riprova: la chiesa stessa di Bibione è diventata un confessionale. Solo nella veglia del Perdono di Assisi si sono presentati in 500 a pregare, riflettere, avvicinarsi al sacramento della Riconciliazione. Ben dieci i preti che hanno assicurato il sacramento della Confessione, non solo in lingua italiana, ma anche tedesca, polacca, slovacca. C’è dunque un contesto già consolidato che bene potrà rispondere a questa “intuizione giubilareâ€. Basti pensare che il giorno dell’Assunta hanno partecipato alle Messe circa 4mila fedeli al mattino e 4mila alla Messa internazionale della sera con il vescovo, con la processione-fiaccolata verso il mare mentre il Luna Park e i locali pubblici spengono le musica in segno di rispetto. La chiesa di Bibione, particolarmente accogliente, si trova al centro di un parco a poche centinaia di metri dalla spiaggia e i villeggianti hanno imparato a frequentarla per una sosta ristoratrice, in qualsiasi ora della giornata. Bibione rappresenta insomma una sorta di “cortile dei gentili†dove, pur nella diversità delle provenienze e di fedi, la città è capace di parlare a tutti. Bibione, fa l’altro, è tappa consueta dei gruppi di pellegrini da Slovacchia, Polonia e altri Paesi durante il rientro dai loro viaggi a San Giovanni Rotondo, Roma o Lourdes: celebrano al mattino in chiesa, vanno al mare e alla sera ripartono verso casa, certi di trovare in parrocchia disponibilità di accoglienza e di servizio.

Programma Bibione 2017

XI FESTA DI AVVENIRE E DE IL POPOLO

…Estate nella gioia!

Un’estate sulle tracce dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium

 

Domenica 16 luglio

Ore 21.15                   S. Messa presieduta da S. Ecc. mons. Giuseppe Pellegrini e animata dal Gruppo The Colour of Gospel di s. Michele al Tagliamento.

Al termine, fuochi d’artificio offerti dalla Città di Bibione

Piazzale Zenith. S. Messa in diretta su Media 24 (canale 606 Veneto/Friuli, 296 Lombardia;  facebook e youtube). E sull’APP “Festa di Avvenire”

Lunedì 17 luglio

Ore 21.15                   Spettacolo Teatrale: Gran Casinò: storie di chi gioca sulla pelle degli altri.

Con Fabrizio De Giovanni-Itineraria Teatro. Introduce Toni Mira, capo-redattore di Avvenire ed esperto sul tema dell’ “Azzardopoli italiana”. Arena parrocchiale

Martedì 18 luglio

Ore 21.15                   Concerto con Il Polifonico di Ruda. Chiesa parrocchiale

Mercoledì 19 luglio

Ore 21.15                   L’Incontro: “parole & Parola”. S. Ecc. mons. Domenico Pompili, Vescovo di Rieti (Amatrice…) in dialogo con Lucia Bellaspiga, inviata di Avvenire.

Indirizzi di saluto: S. Ecc. mons. Giuseppe Pellegrini, On. Gianluca                      Forcolin, Vice Presidente della Regione Veneto; Sig. Pasqualino                                 Codognotto Sindaco di S. Michele-Bibione, dott. Marco Tarquinio,                          direttore di Avvenire, dott.ssa Simonetta Venturin, direttrice de Il Popolo.

Chiesa parrocchiale.

Serata con intermezzi musicali di Samuele Zamparo (all’organo) e Carlo Alberto Muschietti (alla tromba).

Incontro in diretta su Media 24 (canale 606 Veneto/Friuli, 296 Lombardia; facebook e youtube). E sull’APP “Festa di Avvenire”

Giovedì 20 luglio

Ore 21.10                   Notte bianca. Video-presentazione della Sindone (in chiesa parrocchiale è custodita una copia).

Proposta di Lectio divina sul vangelo della domenica, tenuta da d. Andrea Vena. Segue notte di adorazione eucaristica e confessioni fino alle ore 8.00.

PERDONANZA BIBIONESE

Martedì 1 agosto:  

Em. Card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le chiese orientali, presiede il rito per l’apertura della Porta Santa e inaugura così               la I edizione della Perdonanza bibionese.

Giovedì 3 e 10 agosto:

Celebrazioni giubilari della misericordia. Due notti bianche con adorazione eucaristica e disponibilità di confessori dalle ore 20 del giovedì alle ore 8.00 del venerdì.

Mercoledì 9 agosto:

PremioLuigi Padovese”, III edizione.

Il premio in memoria del vescovo “Luigi Padovese”, assassinato in                Turchia, a favore dei cristiani in terre “difficili”, quest’anno è stato                         assegnato a p. Francesco Patton, Custode di Terra Santa in occasione                  degli 800 anni di presenza dei francescani in Terra Santa.                                  Parlerà sul valore dell’ “arte del dialogo”.

Venerdì 11 agosto:

S. Em. Cardinale Ernest Simoni: da 24 anni di campo di concentramento a        Cardinale. Storia di un uomo semplice. In dialogo con Mimmo Muolo, capo-redattore di Avvenire: ““Solo l’amore misericordioso salva”.

Domenica 13 agosto: Testimonianza-processione con gli artistici crocifissi di Rapallo, preceduti dagli sbandieratori di Palmanova.

Mercoledì 16 agosto:

S. Ecc. mons. Giuseppe Pellegrini pronuncerà la preghiera per la                               chiusura della Porta Santa e di questa prima edizione della Perdonanza                bibionese.

Programma Meeting Rimini 2017

Meeting di Rimini: da domenica 20 agosto a sabato 26 agosto

Si tratta del primo evento cattolico di rilievo che segna il passaggio dall’estate alla ripresa delle attività, toccando sia l’ambito culturale che quello politico.

Avvenire sarà presente con uno stand interamente dedicato al Quotidiano e alla sua offerta informativa multimediale. La nostra presenza sarà caratterizzata da:

  • Un ampio stand di 48 mq anche quest’anno situato in un’area di altissimo transito, nel padiglione centrale in corrispondenza degli accessi al pubblico: un’edicola nella quale i lettori possono fare esperienza del quotidiano, degli inserti e delle nuove modalità di lettura su tutte le piattaforme.
  • La distribuzione, durante tutti i giorni della manifestazione, di 8.000 copie di Avvenire e del “Quotidiano Meeting”. A questa presenza si affianca un’intensa attività redazionale con incontri e interviste.

Da un punto di vista redazionale l’evento sarà preparato dalla pubblicazione periodica di contenuti Meeting e rilanciata su tutte le comunicazioni del Meeting.

Quest’anno in particolare si punterà alla promozione dell’edizione digitale, offrendo tramite DEM un accesso ad un saggio digitale di Avvenire e del quotidiano Meeting, con contenuti esclusivi.

Programma Sanremo 2017

1^ Festa di Avvenire a Sanremo: 18 – 19 – 20 agosto

Il programma della festa prevede:

  • sera del 18 e 19 agosto – due incontri in cui sarà presente il Direttore Marco Tarquinio (i dettagli della serate devono ancora essere definiti)

 

  • pomeriggio del 18 e 19 agosto, dalle ore 16.00 Popotus verrà presentato e distribuito ai Ragazzi in due stabilimenti balneari

 

  • il 20 agosto, alle ore 11.00, verrà celebrata la Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Nunzio Galantino, segretario della CEI, e concelebrata da S.E. Mons. Antonio Suetta vescovo di Ventimiglia – Sanremo.

Durante i giorni dell’evento (18-19-20 agosto) verranno distribuite 750 copie di Avvenire (250 copie al giorno) e 200 copie di Popotus ai Ragazzi in due stabilimenti balneari del litorale.

Programma Lerici 2017

42^ Festa di Avvenire a Lerici: dal 27 luglio al 6 agosto

La serata dedicata ad Avvenire di mercoledì 2 agosto, nel cuore della cittadina, è ormai tradizionale appuntamento tra personalità, giornalisti, residenti e turisti; quest’anno il premio “A. Narducci” verrà consegnato a Susanna Tamaro che sarà intervistata da Alessandro Zaccuri, giornalista di Avvenire.

Quest’anno, per la prima volta, nei mesi di luglio, agosto e settembre, 8 strutture alberghiere di Lerici metteranno Avvenire a disposizione dei proprio clienti.

In particolare, nella settimana della Festa di Avvenire (30 luglio – 6 agosto), presso molte strutture ricettive della città di Lerici, tutti i giorni verranno diffuse 100 copie del quotidiano.

Le locandine con il programma della settimana verranno affisse in città e inviate a tutte le Parrocchie della Diocesi.

Programma Pozza di Fassa 2017

Festa di Avvenire  a Pozza di  Fassa : 27 e  28 luglio

Il programma prevede due giornate:

Giovedì 27 luglio presso l’Oratorio di Pozza di Fassa è previsto un incontro sul tema “I frutti di Amoris Laetitia”; all’incontro parteciperanno il Direttore Marco Tarquinio, Don Paolo Gentili (Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia-CEI), Luciano Moia (caporedattore di Avvenire) e i coniugi Matassoni. Modera l’incontro il Direttore di Vita Trentina e radio Trentino inBlu Diego Andreatta.

Ai partecipanti verranno distribuite copie di Avvenire e Vita Trentina.

Venerdì 28 luglio la festa occuperà l’intera giornata.

Al mattino camminata con S.E. Mons. Lauro Tisi Arcivescovo di Trento con sosta al Santuario di Santa Giuliana; S. Messa celebrata nel Santuario che quest’anno celebra il 500° anniversario del suo altare.

La festa si conclude con un intervento di Lucia Borzaga; testimonianza sul missionario Padre Borzaga e presentazione della biografia “Per le strade che avevo sognato”.

Durante la giornata di venerdì 28 luglio sarà allestito uno stand di Vita Trentina e Avvenire dove saranno disponibili copie di Avvenire, Luoghi dell’Infinito e Vita Trentina.

 

Programma Cortina 2017

Festa di Avvenire a Cortina d’Ampezzo : 20 e  21 luglio

Per il quarto anno consecutivo la festa di Avvenire approda nel cuore del turismo d’elite delle Dolomiti, nella prestigiosa cornice dell’estate di Cortina.

La festa a Cortina si inserisce nell’ambito delle feste di Avvenire organizzate dalla Diocesi di Belluno – Feltre; si tratta della settima edizione dopo Agordo, Canale d’Agordo, Alleghe e Cortina d’Ampezzo per 4 edizioni.

 

Programma della festa e attività

Il programma prevede due giornate:

Giovedì 20 luglio sarà presentato il libro del Professor Luigino Bruni dal titolo “L’Avventura di un uomo giusto”. All’evento saranno presenti l’autore, il Professor Natoli e il Direttore Marco Tarquinio.

Venerdì 21 luglio è previsto un incontro pubblico a Santo Stefano di Cadore a cui seguirà un breve momento conviviale; nel pomeriggio è prevista la celebrazione della Santa Messa a Cortina.

Con l’occasione verranno distribuite ai partecipanti copie di Avvenire e Luoghi dell’Infinito.

Programma Jesolo 2017

1^ Festa di Avvenire a Jesolo: 28 giugno – 12 luglio

Il programma prevede tre eventi:

  • dal 28 giugno al 26 luglio: Mostra: “I Miracoli Eucaristici nel Mondo”; la mostra è stata ideata e progettata dal servo di Dio Carlo Acutis.

 

  • mercoledì 5 luglio:  Dibattito: “Giovani, web e fede”; interverranno il Direttore Marco Tarquinio, Giovanni Maria Vian, Direttore de L’Osservatore Romano, Sidi Perin padrino di cresima di Carlo Acutis.

Moderatore Giorgio Malavasi di Gente Veneta

Introduce Mons. Lucio Cilia

Conclusioni del Patriarca di Venezia, S.E. Mons. Francesco Moraglia.

 

  • mercoledì 12 luglio:  Conferenza: “La Sindone: La Scienza, la Storia e la Fede” Presenta il Professor Ing. Giulio Fanti, dipartimento di Ingegneria    Meccanica  dell’Università di Padova.

Programma Matera 2017

GIORNATA 1 – Lunedì 26 Giugno 2017

Chiesa e Mondo

Saluti

Raffaello De Ruggieri, Sindaco di Matera
Dario De Luca, Sindaco di Potenza

Intervengono

  1. Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana
  2. Lucio Brunelli, Direttore delle testate giornalistiche delle emittenti Cei TV2000 e Radio InBlu
  3. Padre Enzo Fortunato, Direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi

Conclude

Mons. Vincenzo Carmine Orofino, Vescovo di Tursi-Lagonegro

Modera

Mimmo Muolo

Tutti gli appuntamenti saranno introdotti dall’Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo e dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

 

GIORNATA 2 – Martedì 27 Giugno 2017

Lo sviluppo del  Mezzogiorno

Riflessione con:

Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro

Intervengono

  1. Filippo Bubbico, Viceministro dell’Interno
  2. Marcello Pittella, Presidente della Regione Basilicata
  3. Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia
  4. Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo

Conclude

Mons. Gianfranco Todisco, Amministratore Apostolico di Melfi-Rapolla-Venosa

Modera

Vincenzo Rosario Spagnolo

Tutti gli appuntamenti saranno introdotti dall’Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo e dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

 

GIORNATA 3 – Mercoledì 28 Giugno 2017

Il Mediterraneo e il mondo che cambia:

il fenomeno migratorio

Intervengono

  1. Enrico Letta
  2. Giulio Tremonti
  3. Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio

Videomessaggio di

Monique Leroux

Conclude

Mons. Giovanni Intini, Vescovo di Tricarico

Modera

Paolo Lambruschi

Tutti gli appuntamenti saranno introdotti dall’Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo e dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

 

GIORNATA 4 – Giovedì 29 Giugno 2017

Famiglia, giovani e lavoro

Intervengono

  1. Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana
  2. Vito De Filippo, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
  3. Antonio De Caro, Sindaco di Bari e Presidente dell’Anci  (Associazione nazionale Comuni Italiani)
  4. Pasquale Lorusso, Presidente Confindustria Basilicata
  5. Rosario Altieri, Presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane e copresidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane
  6. Gabriela Buffa, Responsabile internazionale dei giovani della I.C.A.

Conclude

Mons. Francesco Sirufo, Arcivescovo di Acerenza

Modera

Paolo Lambruschi

SALA DEGLI STEMMI ARCIVESCOVADO

ore 18.00 – La Chiesa d’Italia – Incontro con il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana,  Card. Gualtiero Bassetti  –  modera: Gianni Cardinale

Tutti gli appuntamenti saranno introdotti dall’Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo e dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

 

GIORNATA 5 – Venerdì 30 Giugno 2017

ll Papa visto da vicino 

Intervengono

  1. Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi
  2. Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano
  3. Padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di Assisi

Conclude

Mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo

Modera

Gianni Cardinale

Tutti gli appuntamenti saranno introdotti dall’Arcivescovo di Matera-Irsina, Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo e dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.

 

GIORNATA 6 – Sabato 1 luglio ore 21.00

Cattedrale di Tursi (MT)

Concerto per pianoforte del Cardinale Lorenzo Baldisseri

La Festa a Lerici si svolgerà dal 27 luglio al 6 agosto

Lerici è un’altra località particolarmente vocata ad ospitare una festa di Avvenire che sin dall’origine, essendo legata all’assegnazione del premio giornalistico “A. Narducci”, ha una connotazione marcatamente culturale.

La festa di Avvenire a Lerici è un appuntamento “storico”: si ripete da 42 anni e trova uno dei suoi momenti culminanti nell’incontro con personalità particolarmente significative del mondo cattolico che vengono insignite di questo riconoscimento.

La serata dedicata ad Avvenire di mercoledì 2 agosto, nel cuore della cittadina, è ormai tradizionale appuntamento tra personalità, giornalisti, residenti e turisti; quest’anno il premio “A. Narducci” verrà consegnato a Susanna Tamaro che sarà intervistata da Alessandro Zaccuri, giornalista di Avvenire.

Programma della festa e attività

  • Quest’anno, per la prima volta, nei mesi di luglio, agosto e settembre, 8 strutture alberghiere di Lerici metteranno Avvenire a disposizione dei proprio clienti.
  • In particolare, nella settimana della Festa di Avvenire (30 luglio – 6 agosto), presso molte strutture ricettive della città di Lerici, tutti i giorni verranno diffuse 100 copie del quotidiano.
  • Le locandine con il programma della settimana verranno affisse in città e inviate a tutte le Parrocchie della Diocesi.

Jesolo ricorda Carlo Acutis, «grande mistico» di soli 15 anni

Un ragazzo di 15 anni può raccogliere in piena estate centinaia di persone interessate ai temi della fede, dell’educazione dei giovani e del web: lo si è capito mercoledì scorso nella serata di Avvenire a Jesolo, voluta dalle parrocchie della cittadina del litorale veneziano guidate dal parroco don Lucio Cilia. La figura di Carlo Acutis, patito di informatica e internet come “strumenti di Vangelo”, morto nel 2006 per una leucemia fulminante e di cui è in corso la causa di beatificazione, è stata al centro del dibattito svoltosi in piazza Marconi e moderato da Giorgio Malavasi del settimanale diocesano Gente Veneta.

“Non io ma Dio, Carlo lo ripeteva sempre – ha raccontato Sidi Perin, suo padrino di cresima -. Con la sua vita straordinaria, per molti aspetti simile a quella di tanti suoi coetanei, ci ha trasmesso che la vera felicità consiste nell’essere in amicizia e in unione con

Dio. Cercava di valorizzare in tutte le persone il progetto unico di Dio. Una sua frase era: tutti nasciamo originali ma rischiamo di morire come fotocopie”.

Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, ha ricordato il primo “incontro” con Acutis nel cimitero di Assisi: “Nella sua tomba, vicina a quella dei miei genitori, c’è un’anfora di ceramica con il coperchio aperto che consente di inserire dei bigliettini. Ha una corrispondenza, reale, con la gente che va a trovarlo, lascia messaggi e dialoga con lui. Un ragazzo totalmente del nostro tempo,

capace di usare tutti i mezzi che usano i ragazzi e al tempo stesso con uno sguardo diverso, imprevedibile, sconvolgente. Una persona così attrae”.

Per Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, Carlo Acutis “dimostra che il web è un ambiente che può essere vissuto molto bene. Come? Traendo dalla sua esperienza due dimensioni: la critica e la testimonianza. In lui vedo il Frassati del nostro tempo. Mi ha colpito la sua attenzione agli altri, ai piccoli. Ci teneva al rapporto personale”. Il dialogo poi si allarga: dalle sanzioni europee a Google all’utilizzo di internet da parte dei ragazzi, dalle “bufale” alle “verità minuscole” che spopolano in rete con la necessità di verificare tutto e sempre, attingendo a più fonti. Il web per Tarquinio è “luogo di libertà: o è responsabile o non è libertà vera. Bisogna starci. Il problema è mantenere l’aggancio alla realtà.

E poi il linguaggio: il web è diventato ricettacolo di un modo di esprimersi drammatico e aggressivo, triviale, che tracima nelle lettere, nei titoli dei giornali, nei commenti e nel dibattito politico”. Ai giornali resta il compito di “dare chiavi di lettura con tutte le disarmonie, le asprezze e le facce della vita che bisogna saper raccontare, senza fermarsi solo a quelle deteriori. Il giornalismo vero rompe le scatole e libera lo sguardo su tutti gli aspetti della realtà”. Ma cosa resterà – si è chiesto Vian – di quanto si scrive oggi e delle banche dati? “Nella biblioteca vaticana ci sono manoscritti della Bibbia di 16 secoli fa perfettamente conservati. Ora abbiamo difficoltà a leggere i dischetti di anni fa…”.

Ha chiuso la serata il Patriarca Francesco Moraglia che è tornato su Carlo Acutis: “Questo ragazzo è quasi inspiegabile, un prodotto della grazia di Dio. Mi chiedo se non sia da considerare un grande mistico che ha compreso, sull’eucaristia e sulla sua

vita, qualcosa che solamente Dio poteva dirgli. Ha saputo gestire la preghiera, la carità, il tempo per gli altri e la cordialità verso la gente con la capacità di frequentare il mondo della comunicazione con quella completezza che ogni cristiano dovrebbe dare al suo tempo oggi: uomini e donne che sanno stare a loro agio nel mondo”.

Jesolo ricorda Carlo Acutis, «grande mistico» di soli 15 anni

Un ragazzo di 15 anni può raccogliere in piena estate centinaia di persone interessate ai temi della fede, dell’educazione dei giovani e del web: lo si è capito mercoledì scorso nella serata di Avvenire a Jesolo, voluta dalle parrocchie della cittadina del litorale veneziano guidate dal parroco don Lucio Cilia. La figura di Carlo Acutis, patito di informatica e internet come “strumenti di Vangelo”, morto nel 2006 per una leucemia fulminante e di cui è in corso la causa di beatificazione, è stata al centro del dibattito svoltosi in piazza Marconi e moderato da Giorgio Malavasi del settimanale diocesano Gente Veneta.

“Non io ma Dio, Carlo lo ripeteva sempre – ha raccontato Sidi Perin, suo padrino di cresima -. Con la sua vita straordinaria, per molti aspetti simile a quella di tanti suoi coetanei, ci ha trasmesso che la vera felicità consiste nell’essere in amicizia e in unione conDio. Cercava di valorizzare in tutte le persone il progetto unico di Dio. Una sua frase era: tutti nasciamo originali ma rischiamo di morire come fotocopie”.

Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, ha ricordato il primo “incontro” con Acutis nel cimitero di Assisi: “Nella sua tomba, vicina a quella dei miei genitori, c’è un’anfora di ceramica con il coperchio aperto che consente di inserire dei bigliettini. Ha una corrispondenza, reale, con la gente che va a trovarlo, lascia messaggi e dialoga con lui. Un ragazzo totalmente del nostro tempo,capace di usare tutti i mezzi che usano i ragazzi e al tempo stesso con uno sguardo diverso, imprevedibile, sconvolgente. Una persona così attrae”. Per Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, Carlo Acutis “dimostra che il web è un ambiente che può essere vissuto molto bene. Come? Traendo dalla sua esperienza due dimensioni: la critica e la testimonianza. In lui vedo il Frassati del nostro tempo. Mi ha colpito la sua attenzione agli altri, ai piccoli. Ci teneva al rapporto personale”. Il dialogo poi si allarga: dalle sanzioni europee a Google all’utilizzo di internet da parte dei ragazzi, dalle “bufale” alle “verità minuscole” che spopolano in rete con la necessità di verificare tutto e sempre, attingendo a più fonti. Il web per Tarquinio è “luogo di libertà: o è responsabile o non è libertà vera. Bisogna starci. Il problema è mantenere l’aggancio alla realtà.E poi il linguaggio: il web è diventato ricettacolo di un modo di esprimersi drammatico e aggressivo, triviale, che tracima nelle lettere, nei titoli dei giornali, nei commenti e nel dibattito politico”. Ai giornali resta il compito di “dare chiavi di lettura con tutte le disarmonie, le asprezze e le facce della vita che bisogna saper raccontare, senza fermarsi solo a quelle deteriori. Il giornalismo vero rompe le scatole e libera lo sguardo su tutti gli aspetti della realtà”. Ma cosa resterà – si è chiesto Vian – di quanto si scrive oggi e delle banche dati? “Nella biblioteca vaticana ci sono manoscritti della Bibbia di 16 secoli fa perfettamente conservati. Ora abbiamo difficoltà a leggere i dischetti di anni fa…”.

Ha chiuso la serata il Patriarca Francesco Moraglia che è tornato su Carlo Acutis: “Questo ragazzo è quasi inspiegabile, un prodotto della grazia di Dio. Mi chiedo se non sia da considerare un grande mistico che ha compreso, sull’eucaristia e sulla suavita, qualcosa che solamente Dio poteva dirgli. Ha saputo gestire la preghiera, la carità, il tempo per gli altri e la cordialità verso la gente con la capacità di frequentare il mondo della comunicazione con quella completezza che ogni cristiano dovrebbe dare al suo tempo oggi: uomini e donne che sanno stare a loro agio nel mondo”.

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Jesolo ricorda Carlo Acutis, «grande mistico» di soli 15 anni

Un ragazzo di 15 anni può raccogliere in piena estate centinaia di persone interessate ai temi della fede, dell’educazione dei giovani e del web: lo si è capito mercoledì scorso nella serata di Avvenire a Jesolo, voluta dalle parrocchie della cittadina del litorale veneziano guidate dal parroco don Lucio Cilia. La figura di Carlo Acutis, patito di informatica e internet come “strumenti di Vangeloâ€, morto nel 2006 per una leucemia fulminante e di cui è in corso la causa di beatificazione, è stata al centro del dibattito svoltosi in piazza Marconi e moderato da Giorgio Malavasi del settimanale diocesano Gente Veneta.

“Non io ma Dio, Carlo lo ripeteva sempre – ha raccontato Sidi Perin, suo padrino di cresima -. Con la sua vita straordinaria, per molti aspetti simile a quella di tanti suoi coetanei, ci ha trasmesso che la vera felicità consiste nell’essere in amicizia e in unione conDio. Cercava di valorizzare in tutte le persone il progetto unico di Dio. Una sua frase era: tutti nasciamo originali ma rischiamo di morire come fotocopieâ€.

Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, ha ricordato il primo “incontro†con Acutis nel cimitero di Assisi: “Nella sua tomba, vicina a quella dei miei genitori, c’è un’anfora di ceramica con il coperchio aperto che consente di inserire dei bigliettini. Ha una corrispondenza, reale, con la gente che va a trovarlo, lascia messaggi e dialoga con lui. Un ragazzo totalmente del nostro tempo,capace di usare tutti i mezzi che usano i ragazzi e al tempo stesso con uno sguardo diverso, imprevedibile, sconvolgente. Una persona così attraeâ€. Per Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, Carlo Acutis “dimostra che il web è un ambiente che può essere vissuto molto bene. Come? Traendo dalla sua esperienza due dimensioni: la critica e la testimonianza. In lui vedo il Frassati del nostro tempo. Mi ha colpito la sua attenzione agli altri, ai piccoli. Ci teneva al rapporto personaleâ€. Il dialogo poi si allarga: dalle sanzioni europee a Google all’utilizzo di internet da parte dei ragazzi, dalle “bufale†alle “verità minuscole†che spopolano in rete con la necessità di verificare tutto e sempre, attingendo a più fonti. Il web per Tarquinio è “luogo di libertà: o è responsabile o non è libertà vera. Bisogna starci. Il problema è mantenere l’aggancio alla realtà.E poi il linguaggio: il web è diventato ricettacolo di un modo di esprimersi drammatico e aggressivo, triviale, che tracima nelle lettere, nei titoli dei giornali, nei commenti e nel dibattito politicoâ€. Ai giornali resta il compito di “dare chiavi di lettura con tutte le disarmonie, le asprezze e le facce della vita che bisogna saper raccontare, senza fermarsi solo a quelle deteriori. Il giornalismo vero rompe le scatole e libera lo sguardo su tutti gli aspetti della realtàâ€. Ma cosa resterà – si è chiesto Vian – di quanto si scrive oggi e delle banche dati? “Nella biblioteca vaticana ci sono manoscritti della Bibbia di 16 secoli fa perfettamente conservati. Ora abbiamo difficoltà a leggere i dischetti di anni fa…â€.

Ha chiuso la serata il Patriarca Francesco Moraglia che è tornato su Carlo Acutis: “Questo ragazzo è quasi inspiegabile, un prodotto della grazia di Dio. Mi chiedo se non sia da considerare un grande mistico che ha compreso, sull’eucaristia e sulla suavita, qualcosa che solamente Dio poteva dirgli. Ha saputo gestire la preghiera, la carità, il tempo per gli altri e la cordialità verso la gente con la capacità di frequentare il mondo della comunicazione con quella completezza che ogni cristiano dovrebbe dare al suo tempo oggi: uomini e donne che sanno stare a loro agio nel mondoâ€.

A Cortina si riflette sul concetto di giustizia

La diocesi di Belluno-Feltre non manca all’appuntamento delle Giornate della comunicazione in montagna, preparate da Avvenire e dall’Amico del Popolo, il settimanale di informazione generale della provincia. Proseguendo la serie delle Feste di Avvenire dell’estate, giovedì 20 luglio 2017, in sala cultura di largo Poste a Cortina d’Ampezzo, i microfoni si accenderanno alle 18 per Luigino Bruni che presenterà il suo «La sventura di un uomo giusto. Una rilettura del libro di Giobbe». In dialogo con lui Salvatore Natoli, filosofo attento al tema del dolore, e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Non mancherà il direttore dell’Amico del Popolo, Carlo Arrigoni.

Questo episodio della Giornata della comunicazione conferma la collaborazione con «Una montagna di libri», la rassegna culturale delle stagioni turistiche ampezzane, e con il suo responsabile, Francesco Chiamulera.

L’indomani, venerdì 21, un pullman che raccoglierà i propagandisti dell’Amico del Popolo lungo tutta la provincia di Belluno partirà all’alba da Feltre e arriverà alle 10 a Santo Stefano di Cadore, nel cuore del Comelico, per portare i propagandisti e quanti vorranno unirsi alla comitiva ad ascoltare nuovamente Luigino Bruni, per poi dialogare con lui sui temi dell’economia e delle sue prospettive, con un’attenzione particolare ai giovani.

Propagandisti e ospiti avranno quindi occasione di calcare nel primo pomeriggio i sentieri della val Visdende, dove sembra ancora di vedere la veste bianca di Giovanni Paolo II, sfiorata dal vento, muoversi tra quelle radure e peccete centenarie che il Papa tanto apprezzava nelle sue vacanze degli anni Ottanta; e di visitare poi, aiutati dalla competenza delle guide locali, la «Stua» di Padola, una costruzione ingegnosa antenata delle attuali dighe. La giornata si conclude con l’Eucaristica presieduta dal vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni alle 17.30 nella chiesa parrocchiale di San Nicolò di Comelico, affrescata da Gianfrancesco da Tolmezzo.

Gli incontri sono aperti a tutti. La festa della comunicazione in montagna ha già una lunga storia da raccontare, con puntate negli anni scorsi ad Agordo, Canale d’Agordo (il paese natale di papa Luciani), Alleghe, Auronzo, Cortina, Borca di Cadore.

A Jesolo dibattito su giovani, fede e Web

Continua la serie di Feste di Avvenire che animerà tutta l’estate 2017. Il rapporto tra giovani, fede e Web sarà al centro di Avvenire@jesolo, la festa con il quotidiano cattolico organizzata dalle parrocchie di Santa Maria Ausiliatrice e Santi Liberale e Mauro a Jesolo. Cuore dell’evento sarà l’incontro in programma il 5 luglio 2017 alle 21, in piazza Marconi.

Il tema prende spunto spunto dalla testimonianza di Carlo Acutis, il giovane milanese morto a 15 anni nel 2006 di cui è aperta la causa di beatificazione e il cui nome è stato proposto anche come patrono di Internet. Al dibattito prenderanno parte Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, Sidi Perin, padrino di Cresima di Acutis. Il confronto sarà introdotto da monsignor Lucio Cilia e moderato da Giorgio Malavasi di Gente Veneta. La serata sarà chiusa dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.

A Cortina si riflette sul concetto di giustizia

La diocesi di Belluno-Feltre non manca all’appuntamento delle Giornate della comunicazione in montagna, preparate da Avvenire e dall’Amico del Popolo, il settimanale di informazione generale della provincia. Proseguendo la serie delle Feste di Avvenire dell’estate, giovedì 20 luglio 2017, in sala cultura di largo Poste a Cortina d’Ampezzo, i microfoni si accenderanno alle 18 per Luigino Bruni che presenterà il suo «La sventura di un uomo giusto. Una rilettura del libro di Giobbe». In dialogo con lui Salvatore Natoli, filosofo attento al tema del dolore, e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Non mancherà il direttore dell’Amico del Popolo, Carlo Arrigoni.

Questo episodio della Giornata della comunicazione conferma la collaborazione con «Una montagna di libri», la rassegna culturale delle stagioni turistiche ampezzane, e con il suo responsabile, Francesco Chiamulera.

L’indomani, venerdì 21, un pullman che raccoglierà i propagandisti dell’Amico del Popolo lungo tutta la provincia di Belluno partirà all’alba da Feltre e arriverà alle 10 a Santo Stefano di Cadore, nel cuore del Comelico, per portare i propagandisti e quanti vorranno unirsi alla comitiva ad ascoltare nuovamente Luigino Bruni, per poi dialogare con lui sui temi dell’economia e delle sue prospettive, con un’attenzione particolare ai giovani.

Propagandisti e ospiti avranno quindi occasione di calcare nel primo pomeriggio i sentieri della val Visdende, dove sembra ancora di vedere la veste bianca di Giovanni Paolo II, sfiorata dal vento, muoversi tra quelle radure e peccete centenarie che il Papa tanto apprezzava nelle sue vacanze degli anni Ottanta; e di visitare poi, aiutati dalla competenza delle guide locali, la «Stua» di Padola, una costruzione ingegnosa antenata delle attuali dighe. La giornata si conclude con l’Eucaristica presieduta dal vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni alle 17.30 nella chiesa parrocchiale di San Nicolò di Comelico, affrescata da Gianfrancesco da Tolmezzo.

Gli incontri sono aperti a tutti. La festa della comunicazione in montagna ha già una lunga storia da raccontare, con puntate negli anni scorsi ad Agordo, Canale d’Agordo (il paese natale di papa Luciani), Alleghe, Auronzo, Cortina, Borca di Cadore.

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A Cortina si riflette sul concetto di giustizia

La diocesi di Belluno-Feltre non manca all’appuntamento delle Giornate della comunicazione in montagna, preparate da Avvenire e dall’Amico del Popolo, il settimanale di informazione generale della provincia. Proseguendo la serie delle Feste di Avvenire dell’estate, giovedì 20 luglio 2017, in sala cultura di largo Poste a Cortina d’Ampezzo, i microfoni si accenderanno alle 18 per Luigino Bruni che presenterà il suo «La sventura di un uomo giusto. Una rilettura del libro di Giobbe». In dialogo con lui Salvatore Natoli, filosofo attento al tema del dolore, e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Non mancherà il direttore dell’Amico del Popolo, Carlo Arrigoni.

Questo episodio della Giornata della comunicazione conferma la collaborazione con «Una montagna di libri», la rassegna culturale delle stagioni turistiche ampezzane, e con il suo responsabile, Francesco Chiamulera.

L’indomani, venerdì 21, un pullman che raccoglierà i propagandisti dell’Amico del Popolo lungo tutta la provincia di Belluno partirà all’alba da Feltre e arriverà alle 10 a Santo Stefano di Cadore, nel cuore del Comelico, per portare i propagandisti e quanti vorranno unirsi alla comitiva ad ascoltare nuovamente Luigino Bruni, per poi dialogare con lui sui temi dell’economia e delle sue prospettive, con un’attenzione particolare ai giovani.

Propagandisti e ospiti avranno quindi occasione di calcare nel primo pomeriggio i sentieri della val Visdende, dove sembra ancora di vedere la veste bianca di Giovanni Paolo II, sfiorata dal vento, muoversi tra quelle radure e peccete centenarie che il Papa tanto apprezzava nelle sue vacanze degli anni Ottanta; e di visitare poi, aiutati dalla competenza delle guide locali, la «Stua» di Padola, una costruzione ingegnosa antenata delle attuali dighe. La giornata si conclude con l’Eucaristica presieduta dal vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni alle 17.30 nella chiesa parrocchiale di San Nicolò di Comelico, affrescata da Gianfrancesco da Tolmezzo.

Gli incontri sono aperti a tutti. La festa della comunicazione in montagna ha già una lunga storia da raccontare, con puntate negli anni scorsi ad Agordo, Canale d’Agordo (il paese natale di papa Luciani), Alleghe, Auronzo, Cortina, Borca di Cadore.

A Jesolo dibattito su giovani, fede e Web

Continua la serie di Feste di Avvenire che animerà tutta l’estate 2017. Il rapporto tra giovani, fede e Web sarà al centro di Avvenire@jesolo, la festa con il quotidiano cattolico organizzata dalle parrocchie di Santa Maria Ausiliatrice e Santi Liberale e Mauro a Jesolo. Cuore dell’evento sarà l’incontro in programma il 5 luglio 2017 alle 21, in piazza Marconi.

Il tema prende spunto spunto dalla testimonianza di Carlo Acutis, il giovane milanese morto a 15 anni nel 2006 di cui è aperta la causa di beatificazione e il cui nome è stato proposto anche come patrono di Internet. Al dibattito prenderanno parte Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, Sidi Perin, padrino di Cresima di Acutis. Il confronto sarà introdotto da monsignor Lucio Cilia e moderato da Giorgio Malavasi di Gente Veneta. La serata sarà chiusa dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.

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A Jesolo dibattito su giovani, fede e Web

Continua la serie di Feste di Avvenire che animerà tutta l’estate 2017. Il rapporto tra giovani, fede e Web sarà al centro di Avvenire@jesolo, la festa con il quotidiano cattolico organizzata dalle parrocchie di Santa Maria Ausiliatrice e Santi Liberale e Mauro a Jesolo. Cuore dell’evento sarà l’incontro in programma il 5 luglio 2017 alle 21, in piazza Marconi.

Il tema prende spunto spunto dalla testimonianza di Carlo Acutis, il giovane milanese morto a 15 anni nel 2006 di cui è aperta la causa di beatificazione e il cui nome è stato proposto anche come patrono di Internet. Al dibattito prenderanno parte Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, Sidi Perin, padrino di Cresima di Acutis. Il confronto sarà introdotto da monsignor Lucio Cilia e moderato da Giorgio Malavasi di Gente Veneta. La serata sarà chiusa dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia.

Le Feste di Avvenire – Estate 2017

Questi eventi sono un’occasione di rilievo per rendere viva la presenza del giornale sul territorio, in momenti particolarmente significativi dal punto di vista sociale e culturale.

Si tratta di occasioni importanti che andiamo ricercando nella relazione con le Diocesi, in quanto offrono l’opportunità unica di promuovere sul territorio il ruolo del nostro quotidiano.

Riuscire ad animare momenti di aggregazione in ambiti significativi per contesto culturale e presenza di pubblico è un obiettivo difficile da conseguire con i mezzi tradizionali, in un momento in cui la realizzazione di eventi è divenuta troppo onerosa per il budget del giornale.

Il lavoro svolto per creare queste occasioni sta dando frutti importanti: i nuovi importanti eventi di Matera, di Jesolo, di San Remo, che si aggiungono alle ormai tradizionali feste di Bibione, Lerici e Cortina, ne sono una prova tangibile.

1^ Festa di Avvenire a Matera: 26 giugno – 1 luglio

  • La prima Festa di Avvenire di Matera, come ben si evince dal programma della slide successiva, nasce con le caratteristiche di un evento di grandissimo spessore sociale e culturale, che intende concorrere al percorso verso Matera capitale della cultura 2019.
  • La visibilità di Avvenire è assicurata da una presenza diffusa del quotidiano presso i principali luoghi di transito, residenza e aggregazione della città. I principali enti pubblici/privati della provincia sono invitati a dare a quest’esperienza le migliori possibilità di riuscita, favorendo la circolazione del giornale e promuovendo la partecipazione a tutti i momenti della manifestazione.
  • Durante i giorni dell’evento (da martedì 27 giugno a sabato 1 luglio compreso) vengono distribuite circa 12.000 copie (circa 2.000 copie al giorno).

1^ Festa di Avvenire a Jesolo: 28 giugno – 12 luglio

Il programma prevede tre eventi:

  • dal 28 giugno al 26 luglio:

Mostra: “I Miracoli Eucaristici nel Mondo”; la mostra è stata ideata e progettata dal servo di Dio Carlo Acutis.

  • mercoledì 5 luglio

Dibattito: “Giovani, web e fede”; interverranno il Direttore Marco Tarquinio, Giovanni Maria Vian, Direttore de L’Osservatore Romano, Sidi Perin padrino di cresima di Carlo Acutis.

Moderatore Giorgio Malavasi di Gente Veneta

Introduce Mons. Lucio Cilia

Conclusioni del Patriarca di Venezia, S.E. Mons. Francesco Moraglia.

  • mercoledì 12 luglio

Conferenza: “La Sindone: La Scienza, la Storia e la Fede”

Presenta il Professor Ing. Giulio Fanti, dipartimento di Ingegneria    Meccanica  dell’Università di Padova.

11^ Festa di Avvenire a Bibione: mercoledì 19 luglio

  • Bibione rappresenta una location ideale per una festa di Avvenire. Si tratta della più grande e vivace località balneare dell’Adriatico con un target prettamente familiare, che ospita oltre 6 milioni di presenze all’anno.
  • La festa di Avvenire a Bibione si colloca all’interno di una serie di appuntamenti che coprono l’intera stagione estiva. Il cartellone degli eventi promossi da don Andrea Vena è da 11 anni intitolato “Bibione guarda all’Avvenire”.
  • Tra gli eventi, una serata in particolare è dedicata ad Avvenire: quella di mercoledì 19 luglio.

La serata dal tema “parole e Parola”, vedrà l’intervento di S.E. Mons. Domenico Pompili; saranno inoltre presenti il Direttore di Avvenire Marco Tarquinio, la Dott.ssa Simonetta Venturin Direttore del settimanale diocesano Il Popolo e il Sindaco di S. Michele al Tagliamento. Parteciperà, inoltre, il Vescovo di Concordia-Pordenone S. E. Mons. Giuseppe Pellegrini.

Programma della festa e attività

  • Martedì 23 maggio è stata pubblicata una pagina speciale che proponeva il programma estivo di Bibione.
  • E’ in corso la diffusione di circa 250 copie di Avvenire, tutte le domeniche a partire da giugno, fino a metà settembre; nella settimana della Festa (16–23 luglio) Avvenire verrà diffuso tutti i giorni.
  • Durante tutta l’estate, presso la Parrocchia Santa Maria Assunta, è in funzione il bookshop dove sono disponibili, oltre ad una grande selezione di libri, anche le pubblicazioni di Avvenire Luoghi dell’Infinito e Noi Famiglia & Vita.
  • Nei mesi di luglio, agosto e settembre la quasi totalità degli alberghi di Bibione arricchisce la proposta culturale mettendo Avvenire a disposizione dei proprio clienti.

Festa di Avvenire a Cortina d’Ampezzo : 20 e  21 luglio

  • Per il quarto anno consecutivo la festa di Avvenire approda nel cuore del turismo d’elite delle Dolomiti, nella prestigiosa cornice dell’estate di Cortina.
  • La festa a Cortina si inserisce nell’ambito delle feste di Avvenire organizzate dalla Diocesi di Belluno – Feltre; si tratta della settima edizione dopo Agordo, Canale d’Agordo, Alleghe e Cortina d’Ampezzo per 4 edizioni.

Programma della festa e attività

Il programma prevede due giornate:

  • Giovedì 20 luglio sarà presentato il libro del Professor Luigino Bruni dal titolo “L’Avventura di un uomo giusto”. All’evento saranno presenti l’autore, il Professor Natoli e il Direttore Marco Tarquinio.
  • Venerdì 21 luglio è previsto un incontro pubblico a Santo Stefano di Cadore a cui seguirà un breve momento conviviale; nel pomeriggio è prevista la celebrazione della Santa Messa a Cortina.

Con l’occasione verranno distribuite ai partecipanti copie di Avvenire e Luoghi dell’Infinito.

Festa di Avvenire  a Pozza di  Fassa : 27 e  28 luglio

Per la seconda volta la festa di Avvenire approda nella Val di Fassa.

La diocesi di Trento intende con questo evento sensibilizzare la popolazione nei confronti della funzione essenziale della stampa cattolica nell’ambito del dibattito sociale e della nuova evangelizzazione.

Il quotidiano nazionale Avvenire e il settimanale diocesano Vita Trentina sono l’oggetto primario di questa azione e rappresentano insieme la capacità dei cattolici di leggere i fatti del mondo e della nazione e contemporaneamente essere nelle trame più sottili del vivere delle comunità e delle chiese locali.

Alla luce di valori condivisi e irrinunciabili.

Programma della festa e attività

Il programma prevede due giornate:

  • Giovedì 27 luglio presso l’Oratorio di Pozza di Fassa è previsto un incontro sul tema “I frutti di Amoris Laetitia”; all’incontro parteciperanno il Direttore Marco Tarquinio, Don Paolo Gentili (Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia-CEI), Luciano Moia (caporedattore di Avvenire) e i coniugi Matassoni. Modera l’incontro il Direttore di Vita Trentina e radio Trentino inBlu Diego Andreatta.

Ai partecipanti verranno distribuite copie di Avvenire e Vita Trentina.

  • Venerdì 28 luglio la festa occuperà l’intera giornata.

Al mattino camminata con S.E. Mons. Lauro Tisi Arcivescovo di Trento con sosta al Santuario di Santa Giuliana; S. Messa celebrata nel Santuario che quest’anno celebra il 500° anniversario del suo altare.

La festa si conclude con un intervento di Lucia Borzaga; testimonianza sul missionario Padre Borzaga e presentazione della biografia “Per le strade che avevo sognato”.

Durante la giornata di venerdì 28 luglio sarà allestito uno stand di Vita Trentina e Avvenire dove saranno disponibili copie di Avvenire, Luoghi dell’Infinito e Vita Trentina.

 

 

 

42^ Festa di Avvenire a Lerici: dal 27 luglio al 6 agosto

Lerici è un’altra località particolarmente vocata ad ospitare una festa di Avvenire che sin dall’origine, essendo legata all’assegnazione del premio giornalistico “A. Narducci”, ha una connotazione marcatamente culturale.

La festa di Avvenire a Lerici è un appuntamento “storico”: si ripete da 42 anni e trova uno dei suoi momenti culminanti nell’incontro con personalità particolarmente significative del mondo cattolico che vengono insignite di questo riconoscimento.

La serata dedicata ad Avvenire di mercoledì 2 agosto, nel cuore della cittadina, è ormai tradizionale appuntamento tra personalità, giornalisti, residenti e turisti; quest’anno il premio “A. Narducci” verrà consegnato a Susanna Tamaro che sarà intervistata da Alessandro Zaccuri, giornalista di Avvenire.

Programma della festa e attività

  • Quest’anno, per la prima volta, nei mesi di luglio, agosto e settembre, 8 strutture alberghiere di Lerici metteranno Avvenire a disposizione dei proprio clienti.
  • In particolare, nella settimana della Festa di Avvenire (30 luglio – 6 agosto), presso molte strutture ricettive della città di Lerici, tutti i giorni verranno diffuse 100 copie del quotidiano.
  • Le locandine con il programma della settimana verranno affisse in città e inviate a tutte le Parrocchie della Diocesi.

1^ Festa di Avvenire a San Remo: 18 – 19 – 20 agosto

Per la prima volta la Festa di Avvenire approda a San Remo, Diocesi che ha rapporti di lunga data con Avvenire: da anni infatti Avvenire ospita una pagina domenicale dedicata alla Diocesi.

Il programma della festa prevede:

  • sera del 18 e 19 agosto – due incontri in cui sarà presente il Direttore Marco Tarquinio (i dettagli della serate devono ancora essere definiti)
  • pomeriggio del 18 e 19 agosto, dalle ore 16.00 Popotus verrà presentato e distribuito ai Ragazzi in due stabilimenti balneari
  • il 20 agosto, alle ore 11.00, verrà celebrata la Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Nunzio Galantino, segretario della CEI, e concelebrata da S.E. Mons. Antonio Suetta vescovo di Ventimiglia – San Remo.

Durante i giorni dell’evento (18-19-20 agosto) verranno distribuite 750 copie di Avvenire (250 copie al giorno) e 200 copie di Popotus ai Ragazzi in due stabilimenti balneari del litorale.

Meeting di Rimini: da domenica 20 agosto a sabato 26 agosto

Si tratta del primo evento cattolico di rilievo che segna il passaggio dall’estate alla ripresa delle attività, toccando sia l’ambito culturale che quello politico.

Avvenire sarà presente con uno stand interamente dedicato al Quotidiano e alla sua offerta informativa multimediale. La nostra presenza sarà caratterizzata da:

  • Un ampio stand di 48 mq anche quest’anno situato in un’area di altissimo transito, nel padiglione centrale in corrispondenza degli accessi al pubblico: un’edicola nella quale i lettori possono fare esperienza del quotidiano, degli inserti e delle nuove modalità di lettura su tutte le piattaforme.
  • La distribuzione, durante tutti i giorni della manifestazione, di 8.000 copie di Avvenire e del “Quotidiano Meeting”. A questa presenza si affianca un’intensa attività redazionale con incontri e interviste.

Da un punto di vista redazionale l’evento sarà preparato dalla pubblicazione periodica di contenuti Meeting e rilanciata su tutte le comunicazioni del Meeting.

Quest’anno in particolare si punterà alla promozione dell’edizione digitale, offrendo tramite DEM un accesso ad un saggio digitale di Avvenire e del quotidiano Meeting, con contenuti esclusivi.

2^ Festa di Avvenire a Terrasini : 14 – 17 settembre

Per la seconda volta la festa di Avvenire approda in Sicilia, promossa dall’Associazione Culturale “Così, per….passione” e dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Monreale.

Il programma della Festa deve ancora essere definito dagli organizzatori.