Caiazzo: da Matera un messaggio di riscatto civile e spirituale

Pubblichiamo l’introduzione dell’arcivescovo di Matera-Irsina Antonio Giuseppe Caiazzo alla prima giornata della Festa di Avvenire, promossa dall’arcidiocesi.

IL PROGRAMMA

Da Lerici a Matera. Dal luglio del 1976 al giugno 2017. Son passati 41 anni, otto feste di Avvenire. Tocca alla nostra città di Matera ospitare questa festa dal più alto e squisito timbro culturale attraverso una serie di incontri e numerosi eventi, con l’apporto di importanti personalità del mondo politico, religioso, sociale e dell’imprenditoria. Mi piace riprendere una frase di San Giovanni Paolo II che definisce la cultura in questi termini: «Cultura è ciò per cui l’uomo, in quanto uomo, diviene maggiormente uomo».

Vorrei anche ricordare le parole di papa Francesco, intervenendo al Convegno ecclesiale di Firenze, che disse: «Umiltà, disinteresse, beatitudine: questi i tre tratti che voglio oggi presentare alla vostra meditazione sull’umanesimo cristiano che nasce dall’umanità del Figlio di Dio. E questi tratti dicono qualcosa anche alla Chiesa italiana che oggi si riunisce per camminare insieme in un esempio di sinodalità. Questi tratti ci dicono che non dobbiamo essere ossessionati dal “potere”, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, sidisorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all’altezza della sua missione. I sentimenti di Gesù ci dicono che una Chiesa che pensa a sé stessa e ai propri interessi sarebbe triste. Le beatitudini, infine, sono lo specchio in cui guardarci, quello che ci permette di sapere se stiamo camminando sul sentiero giusto: è uno specchio che non mente».

Diamo inizio a questi nostri incontri, con la presenza del Segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, che interverrà sul tema “Chiesa e mondo” e con lui il direttore delle testate giornalistiche Tv2000 e RadioInblu Lucio Brunelli e il responsabile della Sala stampa del Sacro Convento padre Enzo Fortunato. Da Matera, patrimonio Unesco che si proietta verso il 2019 quale Capitale europea della cultura, come Chiesa Cattolica focalizziamo l’umanità intera. È quanto indefinitiva, fin dalle prime battute, dice il Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze,le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». Sembra di sentire la voce di papa Francesco eppure è stato detto il 7 dicembre del 1965 dai Padri Conciliari. Questa è stata la missione della Chiesa da sempre, la stessa che oggi guida papa Francesco e che ci ricorda: «Una Chiesa che presenta questi tre tratti – umiltà, disinteresse, beatitudine – è una Chiesa che sa riconoscere l’azione del Signore nel mondo, nella cultura, nella vita quotidiana della gente».

È alla luce di queste considerazioni che sento di ringraziare il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, con il quale abbiamo iniziato a parlare di questo evento nel maggio dello scorso anno (dopo poco più di un mese dal mio arrivo nella città dei Sassi) con la collaborazione indispensabile del fondatore di Auxilium, Angelo Chiorazzo e l’apporto del giornalista materano Vito Salinaro.

I primi di dicembre, nelle redazione di Avvenire a Milano, abbiamo concretizzato il programma tematico con il direttore generale del nostro quotidiano cattolico, Paolo Nusiner che ringrazio e saluto insieme a tutti i giornalisti di Avvenire qui convenuti.

Auguro che da questo scenario meraviglioso e unico di Matera possa arrivare a tutti un messaggio di riscatto civile e sociale, culturale e umano, spirituale e mariano: non a caso quest’evento ho voluto che si celebrasse all’interno della festa della Madonna della Bruna. Matera, tra le tante belle definizioni attribuitele, ne ha una in particolare, della quale andiamo orgogliosi: è la città di Maria. Sotto il suo sguardo materno e la sua protezione diamo inizio a queste cinque serate.

* Arcivescovo di Matera – Irsina