Bassetti e le tre sfide della famiglia

Tre sfide attendono la famiglia in Italia. E al suo fianco ad affrontarle c’è la Chiesa italiana, chiesa di popolo di cui la famiglia è la cellula. Sfide delineate a Matera alla quarta giornata della festa di Avvenire dal neo presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, che prima ha dialogato con il direttore Marco Tarquinio sulla Chiesa italiana e quindi, la sera in piazza Duomo, è stato protagonista di un confronto su Giovani, Famiglia e Lavoro con il sottosegretario all’Istruzione Vito de Filippo, il presidente di Alleanza per le cooperative Rosario Altieri, il presidente di Confindustria Basilicata Pasquale Lorusso e la presidente dei giovani dell’Alleanza internazionale per le cooperative Gabriela Buffa. Ha concluso monsignor Francesco Sirufo, arcivescovo di Acerenza.

Bassetti ha parlato del lavoro che manca e ha richiamato a «rimboccarsi le maniche» rievocando la figura di don Lorenzo Milani. «I care, diceva don Milani, e questo vale ancora: mi sta a cuore, mi riguarda”. Ci riguardano i giovani che non hanno lavoro, ha detto Bassetto, ricordando i due italiani morti nel rogo della torre a Londra. «Questo è un Paese che non dà opportunità ai giovani di trovare un lavoro».

Le tre sfide della famiglia

“La prima sfida – ha detto – è esistenziale. Riguarda soprattutto le giovani generazioni. Spesso vedo molte coppie indugiare, dubbiose e incredule che formare una famiglia sia una cosa bella e che, soprattutto, sia possibile formare una relazione per sempre. D’altra parte, le donne e gli uomini di oggi sono cresciuti in un contesto dove tutto viene consumato in modalità usa e getta”.

La seconda sfida è sociale e per il prelato tocca i ritmi della vita. Consiste “nel riuscire a rendere su misura per la famiglia una società sempre più complessa e logorante. Pensiamo, per esempio, a cosa significa per una famiglia vivere in una grande metropoli o, peggio, in una sua periferia. Ritmi di vita stressanti, distanze lunghe, tempi contingentati, mancanza di spazi, inquinamento, standardizzazione al ribasso del cibo. Oppure pensiamo alla dimensione lavorativa: a chi è sottoposto a tour de force inauditi e a chi invece non ha lavoro”.

E proprio la precarizzazione del lavoro per Bassetti “ferisce l’anima dei coniugi e impedisce di formare una base minima di stabilità alla famiglia; i ritmi ossessivi lavorativi, invece, producono una sorta di nevrosi sociale impedendo di avere del tempo da dedicare alla famiglia; la mobilità sociale, invece, rompe le tradizionali reti generazionali di mutua assistenza tra le famiglie, tra nonni e figli”. Il problema più grande lo vive la donna, per il presidente dei vescovi italiani “racchiusa tra una maternità desiderata e un lavoro necessario che rischia di non comprendere più qual è il suo ruolo nella famiglia e nella società”.

La terza sfida si riferisce alla questione antropologica e alla difesa dell’umano. “Una sfida culturale e spirituale – ha sottolineato il cardinale – di grandissima portata che si deve basare sulla valorizzazione della dignità della persona umana. Una questione che oggi bisogna affrontare nelle scuole, nei luoghi di dibattito pubblico e persino in politica. Non è un caso che papa Francesco faccia riferimento continuamente all’umanità ferita alla Chiesa come ospedale da campo”.

Qui per Bassetti è opportuno ricordare una delle eredità del Sinodo sulla Famiglia, ovvero “una pastorale familiare ispirata allo sguardo del Buon Samaritano che, prima di tutto, vede la famiglia nella sua reale e concreta quotidianità senza lasciarsi illudere da una serie di formulazioni ideali o astratte. E poi, in secondo luogo, questo sguardo dà vita a una pastorale che, riuscendo a cogliere le ricchezze e le sofferenze delle famiglie moderne, si prefigge di accogliere, guarire e integrare uomini e donne di oggi all’interno della comunità ecclesiale”. Insomma occorre ripartire dal Sinodo perché nonostante tutte le difficoltà la famiglia continua ad essere la fonte di maggiore speranza per la società e la Chiesa italiana.

“Queste coppie che si promettono un amore «per sempre» – ha concluso – compiono un atto di eroismo incredibile. Forse è il più grande gesto controcorrente della società attuale”.